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Nato a gennaio del 1974 a Carpi, diplomato presso l’istituto G. Vallauri, si iscrive a Storia Contemporanea a Bologna. Ha svolto attività ricreative con l’Arciragazzi organizzando campi gioco e soggiorni estivi. Nel 1994 viene nominato segretario della Sinistra Giovanile, incarico che ricopre fino al 1997. Nel 2000 viene nominato responsabile organizzativo dei Ds, tre anni dopo viene eletto Segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, carica che riveste fino alla fine del 2006. In Consiglio comunale ininterrottamente dal 1995 è stato capogruppo (anche nel consiglio delle Terre d'argine. Sposato con Valeria, ha un bambino, Giacomo, di tre anni. Nella Giunta Campedelli: Assessore con delega per le seguenti materie: Pianificazione Urbanistica – Edilizia Privata – Servizi Ambientali ed Energetici.

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mercoledì 30 giugno 2010

Una denuncia del Comune per l’atto vandalico in via Lago d’Idro

Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Carpi ha sporto denuncia contro ignoti dopo avere riscontrato un danneggiamento volontario di un filare di pioppi bianchi in una porzione di area verde posta a fianco di via Lago d’Idro, nel quartiere di Cibeno. Il personale del Servizio manutenzione del verde pubblico dell’ente locale ha constatato che dieci piante che si trovano in questo fazzoletto di terra sono state avvelenate e dovranno dunque essere abbattute. “Un fatto grave, e speriamo che le forze dell’ordine scoprano i responsabili. Al di là del danno ambientale - ricorda l’assessore all’Ambiente Simone Tosi – questi alberi dovranno essere rimpiazzati, con un costo di almeno 65mila euro”.

Fonte: carpidiem.it

(fonte http://www.nextville.it/news/337 di:Emiliano Angelelli)

Notevoli sono i risultati ottenuti grazie alle detrazioni fiscali del 55% per l'efficienza energetica. E' quanto emerge da un rapporto presentato nei giorni scorsi a Roma dall'Enea.

Si intitola "Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente nel 2008" ed è stato realizzato dal Gruppo di lavoro "Efficienza energetica" dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Il rapporto analizza i dati del 2008, ma propone già qualche stima credibile sui dati del 2009, offrendo un quadro piuttosto credibile dei primi tre anni di incentivazione.

Nel corso del 2008 gli interventi di efficientamento realizzati sono stati247.800, contro i 106 mila del 2007. Nel 2009 la quota è leggermente calata a 236.100, un dato che, calcolata la crisi economica in corso, non è poi così sorprendente. Stesso discorso per gli investimenti sostenuti che, nel 2008, hanno raggiunto i 3,5 miliardi di euro contro gli 1,453 miliardi dell'anno precedente e i 2,9 miliardi del 2009. Notevole infine, risulta essere, sulla base di questi dati, il risparmio energetico ottenuto: 1.961 GWh nel 2008 contro 787 GWh del 2007 e 1.656 GWh del 2009 (dato stimato).

Analizzando i dati su base regionale emerge ancora un'Italia nettamente divisa tra Centro-Nord e Sud. Le detrazioni fiscali per l'efficienza energetica sembrano infatti, per ora, essere un incentivo a netto appannaggio delle regioni del Nord, se si pensa che il 57% degli interventi realizzati nel 2008 riguardano solo Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. Di 247.800 interventi realizzati oltre 50 mila sono stati eseguiti in Lombardia, più di 36 mila in Veneto e circa 27 mila a testa tra Piemonte ed Emilia Romagna. Tra le regioni del Sud la più virtuosa è la Puglia (6.565), seguita dalla Sardegna (5.968) e dalla Campania (5.303). Buono anche il risultato del Lazio dove sono stati realizzati 14.718 interventi nel 2008 contro i 5989 dell'anno precedente.

Interessante anche l'analisi dei dati sulla base della tipologia di interventi realizzati. Circa il 48% dei lavori eseguiti (119.992 nel 2008) riguarda infatti l'installazione di infissi, che però sono quelli che fanno registrare un risparmio energetico medio piuttosto basso. Diverso il discorso per gli interventi di coibentazione, in particolare quelli relativi alle strutture opache orizzontalie verticali, che però risultano essere ancora piuttosto esigui (rispettivamente 7399 e 4.124) e che a differenza degli infissi, che tra il 2007 e il 2008 hanno fatto registrare un aumento di circa tre volte, rimangono abbastanza stabili. Il resto degli interventi riguarda invece la sostituzione di impianti termici(73.026 nel 2008 contro 32.860 nel 2007) e l'installazione di solare termico(43.304 nel 2008 contro 23.320 nel 2007).

Nel corso della presentazione, Giampaolo Valentini dell'Enea, ha ribadito la necessità di salvaguardare una tipologia particolare di impianti, ovvero lecaldaie a biomasse, che con la pubblicazione del D.M. 26 gennaio 2010 (vedi Riferimenti), sono state fortemente penalizzate nell'accesso alle detrazioni. Stesso discorso per gli impianti non ancora incentivati, come lacogenerazione e il raffrescamento estivo.

A termine dell'incontro è stato inoltre presentato uno scenario al 2015 delCresme sui costi e i benefici delle detrazioni (sulla base degli interventi compiuti tra il 2007 e il 2010). Secondo le stime dell'istituto entro il 31 dicembre 2010 - quando scadrà la detrazione, sempre se non sarà prorogata - il costo degli investimenti per gli interventi di efficienza energetica arriverà a 11.720 milioni di euro, di cui 6.446 andranno in detrazione. Sulla base di queste cifre si può calcolare un risparmio sulla bolletta energetica nel corso di 8 anni di 3.200 milioni, un gettito fiscale aggiuntivo di 3.310 milioni e un incremento del reddito immobiliare di 3.800 milioni, senza calcolare poi il ritorno in termini ambientali, la riduzione delle emissioni di Co2 in atmosfera, il sostegno alla produzione e all'occupazione, l'incentivo all'innovazione e il maggiore comfort ottenuto negli immobili. Benefici che non possono non essere presi in considerazione, e che fanno balzare evidente alla luce quanto sia necessaria una proroga degli incentivi da realizzare al più presto, per dare certezze al settore, nuove possibilità ai cittadini e vantaggi (tanto economici quanto ambientali) per tutta la società.

venerdì 25 giugno 2010
Leggendo ecoportello energia apprendo che il Governo ha stanziato 30milioni di euro per le energie rinnovabili (leggi la news copiata qui sotto), mi appresto a leggerla in modo puntuale per vedere se ci possono essere delle risorse da utilizzare anche per noi, qui a Carpi, visto che la copertura dei costi è al 100%, ma scopro che questi 30milioni sono a disposizione solo per le regioni: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia.Ma come e per noi nulla? Questo il federalismo che ha in mente la Lega?


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Anno 6 - N 11 14-06-2010
Per le rinnovabili il governo mette a disposizione 30 milioni

I ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico hanno lanciato un bando ministeriale da 30 milioni di euro per l’energia nucleare, le energie rinnovabili ed efficienza energetica.
I fondi sono stati stanziati per sostenere progetti per la realizzazione di impianti elettrici e termici alimentati a fonti rinnovabili su edifici di proprietà delle Amministrazioni dello Stato, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane. Le regioni coinvolte nel progetto sono Campania, Calabria, Puglia, Sicilia.
I contributi erogati potranno coprire anche il 100% dei costi preventivati se rientranti nel limite ammissibile stabilito.
Tali iniziative, si legge nel testo del bando, sono finalizzate a promuovere e sostenere l’utilizzo delle fonti rinnovabili negli edifici pubblici; diffondere informazioni e conoscenze sui benefici riguardanti l’energia da fonti rinnovabili e il risparmio energetico tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini al fine di favorire la crescita di consenso riguardo al perseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni. Inoltre i progetti dovranno essere finalizzati per attivare meccanismi che, a partire dagli obiettivi energetico - ambientali, siano in grado di fare da volano allo sviluppo e all’innovazione del tessuto produttivo, in particolare su base locale.
L’iniziativa rientra nell’ambito dell’attuazione del Programma Operativo Interregionale (Poi) Energia, strumento attraverso il quale si è scelto di dare attuazione alle previsioni del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. Gli interventi contemplano anche la diffusione di informazioni e conoscenze sui benefici riguardanti l’energia rinnovabile e il risparmio energetico tra le pubbliche amministrazioni ed i cittadini.
Sul sito del Ministero dello Sviluppo economico si possono scaricare i documenti inerenti alle “Indicazioni per la redazione del Piano di Comunicazione” e i moduli di richiesta.


Pubblico il primo numero di un volantone che l’assessorato all’Ambiente ha cominciato a distribuire in città, oltre ad inviarlo per mail, per illustrare le attività dell’assessorato stesso:

screenhunter_03-jun-25-1343
(clicca sull’immagine per scaricare il documento in .pdf)

giovedì 24 giugno 2010
Riflessione relative all’Ordine del Giorno sui Pannelli Solari

L’ODG del consigliere Paluan e Dalle Ave mi permette di fare alcune riflessioni sul tema energia prima di entrare nel dettaglio del documento, che dichiaro fin da subito di condividere.

Questa amministrazione, sul tema ENERGIA sta mettendo in campo una serie di azioni e di iniziative che vanno nella direzione di aumentare decisamente la produzione di energia da fonti rinnovabili sul nostro territorio, e su questo sta provando anche a caratterizzare la propria azione. In questo quadro va inserito il dibattito e la modifica al regolamento edilizio, nel suo famoso art. 28bis, che ha avuto il merito di ampliare la possibilità di poter produrre energia da fonti rinnovabili in aree e zone che prima ne erano escluse (si veda il PTCP), riuscendo a tutelare la tipicità del nostro territorio e salvaguardando le destinazioni d’uso dei terreni. Con questo articolo abbiamo normato, quindi permesso la produzione di energia in aree rurali, da pannelli solari, dall’eolico e dalle Biomasse.

La adesione non solo formale, all’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS), che ha portato alla realizzazione di due importati iniziative, quella sulle energie verdi e le imprese, e il lancio del Gruppo di Acquisto Solidale, per l’installazione di pannelli solari su aziende e case, ci risulta che abbiano avuto entrambe grande successo, non solo come pubblico, ma come cittadini ed imprenditori che hanno deciso di mettere sul proprio tetto un impianto di produzione di energia solare.

Analizzando i dati sulle pratiche edilizie e le comunicazioni al SUE, risulta che dal 2007 a oggi a Carpi sono stati installati impianti di produzione di energia da pannelli solari per 1160Kwp, ovvero a Carpi ad esclusione dei campi fotovoltaici già presenti, si arriva ad una produrre 1milione e duecento mila Kwh\anno (+\- 1,2Gwh\annuoi), un dato che dimostra che la nostra comunità, i nostri cittadini e le imprese presenti sul territorio non sono state ferme, ma hanno visto questo come un investimento serio da perseguire.
L’intenzione ora è quella di creare una maggiore sensibilità su questo tema per spingere anche i più titubanti a vedere nei pannelli fotovoltaici e nei suoi incentivi un modo di produrre energia in modo ambientalmente sostenibile e pulito.

La nostra intenzione è quella di arrivare alla individuazione di una o più aree da destinare a campi fotovoltaici comunale, da destinare a cessione di energia, stiamo lavorando per la individuazione di aree idonee per dimensioni e collocazione, come stiamo valutando l’idea della copertura di uno o più parcheggi.
La nuova scuola che sarà realizzata a Cibeno, come la sede stessa del Parco Eco Teconologico saranno completamente coperti da pannelli solari.
La cosa per capirci potrebbe vedere un intervento diretto per la produzione di circa 1 o 2 Megawat per una produzione annua di quasi un 1 o 2 Gwh\annuo.

Credo che con il PSC e una prossima variante al PRG, sia utile individuare aree e strumenti per incentivare la produzione di energia non solo attraverso panelli solari ma anche da Biomasse, sistemi a BIOGAS, Cippati ecc, ecc. individuando aree idonee, programmando interventi che per la loro dimensione e caratteristiche necessitano di un coinvolgimento diretto e forte del mondo dell’agricoltura, e delle imprese. Dovremo favorire aggregazioni di imprenditori, agricoltori, attraverso consorzi, cooperative per dare una possibilità in più al nostro territorio di essere competitivo sui mercati, la sfida dovrà essere quella di trovare gli strumenti e i modi perché ci sia anche uno spazio che permetta di favorire una partecipazione anche dell’ente non solo nel governo ma anche nel ricevere un beneficio diretto di queste scelte.

A questo intervento poi si dovrà aggiungere quello che il consigliere Paluan e Dalle Ave, infatti il loro ODG va nella direzione che questa amministrazione sta già perseguendo, infatti si stanno individuando i tetti che hanno le caratteristiche migliore per poter ospitare impianti fotovoltaici, sia per orientamento sia per dimensione, questi tetti saranno poi affittati attraverso un bando che predisporrà AESS al miglior offerente.
L’idea è quella di utilizzare poi una parte degli introiti derivanti da questi affitti per predisporre un nuovo “PIANO ENERGETICO COMUNALE” che ci possa permettere di poter aderire al Patto dei Sindaci del 20, 20, 20, ovvero l’impegno che le amministrazioni locali assumono con la Commissione Europea per diminuire i consumi di energia del 20%, producendo il 20% di energia da fonti rinnovabili, abbattendo le emissioni di Co2 del 20% in 20 anni, patto al quale vorremmo aderire ma chiede appunto un piano energetico comunale, nuovo che metta al centro anche azioni temporalmente verificabili non solo dalla commissione europea ma dai cittadini stessi.
Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di ieri, giovedì 17 giugno, il consigliere del PdL Antonio Russo ha presentato un’interrogazione sul sistema fognario della zona di Quartirolo.

“Preso atto – si legge nel documento di Russo - che da tempo esiste il problema degli allagamenti in via Molise, via Umbria e nella sottostrada di via Lama, dovuti al mancato deflusso delle piogge da parte del manto stradale e dal sistema fognario non esaustivamente consono alle esigenze; considerati i gravi rischi di sicurezza e di salute dovuti al rigetto fognario che incombono durante ogni temporale; ricordato che la tutela del cittadino deve essere una prerogativa di fondamentale importanza da parte dell’amministrazione; considerato altresì le tante segnalazioni fatte sia ad Aimag, che all’ex assessore Arletti ma anche all’attuale Sindaco Enrico Campedelli senza ottenere nessun riscontro risolutivo, chiediamo al Sindaco e alla Giunta se è a conoscenza del problema; se intende intavolare un percorso risolutivo del problema insieme ad Aimag e come intende risolvere il problema”.

Nella sua risposta a Russo l’assessore comunale all’Ambiente Simone Tosi ha ricordato al consigliere che aveva partecipato all’assemblea “che si è tenuta alla Casa del popolo Losi e alla quale erano presenti anche i cittadini del Comitato popolare che si sta opponendo alla realizzazione della fonderia di leghe leggere Lamiz, dove si è discusso e ragionato appunto di questo tema. La risposta alla sua prima domanda è la seguente: l’amministrazione è a conoscenza del problema dello scolo delle acque piovane in quella zona della città. La risposta alla sua seconda domanda invece è questa: come avrà visto di certo approvando il Piano degli investimenti ad inizio anno, è prevista per il 2010 questa opera con un contributo del Comune, oltre a quello di Aimag; tale investimento è stato confermato da ATO: è chiaro che stiamo parlando di un investimento di diversi milioni di euro (per Aimag) e vista la complessità dell’opera, sia l’intervento che la spesa saranno diluiti su più annualità. In più sempre su questa porzione di città ci sarà un intervento significativo anche della Bonifica dell’Emilia Centrale, che ha l’obiettivo di alleggerire durante le forti precipitazioni i carichi di acqua sui canali di scolo. La risposta alla sua terza domanda è contenuta direi in modo chiaro nella risposta precedente”.

Russo in sede di controreplica ha ricordato come da anni i cittadini della zona attendano interventi “e ormai non ci credono più”.

(fonte: www.carpidiem.it)
OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO PDL SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA (PAP)


Le possibili migliorie:
Dotazione di bidoni grigi per il rifiuto non recuperabile o indifferenziato come avviene a Mirandola. Il bidone garantisce maggior decoro nelle strade mentre oggi è una sequela di sacchetti di plastica di ogni tipo. Evita che animali di notte aprano i sacchetti.
RISPOSTA:
1. Il sacchetto del RSI consente una più veloce raccolta rispetto al bidone per gli operatori
2. Gli animali non sono attratti da rifiuti indifferenziati perché non contengono organico
3. L'uso di sacchi per il rifiuto indifferenziato è una frequente scelta, alternativa ai bidoni, in tanti comuni italiani
4. La scelta del centro storico di Mirandola è stata una sperimentazione dettata dal contesto storico che non avrà seguito nell'estensione del servizio alla zona urbana residenziale prevista probabilmente entro l'anno in corso

Consegna dei sacchi biodegradabili per la frazione umida e grigi per l’indifferenziato presso il domicilio dell’utente previa richiesta agli addetti. Oggi finita la propria dotazione i sacchetti biodegradabili sono disponibili presso le stazioni ecologiche in città mentre quelli grigi solo alla stazione di Via Watt. E’ evidente che tale sistema obbliga a spostarsi migliaia di utenti che sono oggetto di passaggi quasi quotidiani da parte degli addetti alla raccolta. Difficoltoso diventa, soprattutto, raggiungere Via Watt per coloro (anziani e altri) che non hanno una automobile.

RIPOSTA:
1. Inizialmente si è voluto controllare direttamente dall'ufficio tecnico di via Watt la frequenza con cui l'utente utilizzava i sacchi grigi, valutando e correggendo sul nascere quei comportamenti errati tali per cui l'uso del sacco di indifferenziato rappresentava una scorciatoia per non differenziare.
2. Peraltro ogni volta che vengono dati i sacchi grigi un tecnico Aimag in ufficio registra in un apposito DB l'avvenuta consegna, in modo da avere traccia del consumo di sacchi procapite e poter intervenire anche a posteriori per correggere comportamenti non conformi.
3. Ad oggi ogni utente (anziani, allettati,...) che telefona manifestando una oggettiva difficoltà nel recarsi in via Watt si è sempre visto portare il materiale a casa da un addetto AIMAG.
4. Non si esclude che presto, tenuto conto dell'uso e delle richieste, venga fatta una nuova distribuzione di sacchi alle utenze che ne hanno diritto.

Raccolta di sfalci, potature e foglie provenienti dai giardini senza limite di quantità. Oggi è previsto un limite di 3/4 sacchi da lasciare assieme all’organico. In alcuni periodi dell’anno è un limite troppo restrittivo. In altri comuni è un servizio, sì gratuito, ma senza tetto alla quantità conferita.
RIPOSTA:
1. Non è operativamente pensabile di offrire un servizio di ritiro potature senza alcun limite di quantità ad ogni utente, per lo meno contemporaneamente! Si rischierebbe di avere una mole di lavoro abnorme e non pianificata in corrispondenza di ogni giro del verde. A partire da questa considerazione la scelta di fornire democraticamente a tutti un servizio di raccolta degli sfalci con un massimale procapite di 3/4 sacchi, peraltro ripetibile ogni settimana.
2. Esiste anche un servizio, sempre gratuito, di ritiro delle potature per grandi quantità, pari a 2 metri cubi per utenza, per un massimo di due chiamate effettuabili ogni anno.
3. Sono sempre possibili i conferimenti ai Centri di Raccolta
4. Il gestore offre a pagamento anche la possibilità di ritirare quantità di potature maggiori, a tariffe di certo non superiori al costo di mercato di giardinieri professionisti.

Portare a due passaggi settimanali la raccolta dell’indifferenziato.Oltre all’umido in estate è questa la frazione che crea maggiori problemi, alle utenze domestiche, legati sia al volume da stoccare che ai cattivi odori. Senza copiare Viterbo che raccoglie tutti i giorni questa frazione, sarebbe sufficiente prevedere un doppio passaggio settimanale.
RISPOSTA:
1. La filosofia del PaP a Carpi è quella di ridurre il più possibile la produzione della frazione indifferenziata, che è quella che ha i maggiori oneri di smaltimento e ambientali. Tale frazione non può ovviamente scomparire del tutto ma un cittadino responsabile ne produce in quantità limitate, visto che la stragrande maggioranza dei rifiuti è facilmente riciclabile.
2. La maggior parte dei comuni dove si fa il porta a porta ha una frequenza di raccolta dell'indifferenziato settimanale più che sufficiente per le normali produzioni di una famiglia. L'esempio dei sacchi neri esposti tutti i giorni nel centro di Viterbo dalle 6 alle 8.30 fa pensare ad una raccolta dei rifiuti concomitante con lo svuotamento dei cestini, che ad esempio a Carpi avviene tutti i giorni, domenica inclusa. Questa opzione pare possibile solo in presenza di poche utenze su aree ristrette, come appunto il centro, dove la presenza di operatori è quotidiana.

3 Passaggi per la raccolta della frazione umida in estate. Oggi i passaggi settimanali sono due. In estate col caldo qualche problema legato ai cattivi odori è reale. Alcuni comuni, tra cui Lucca e Salerno,dispongono di tre passaggi settimanali per tutto l’anno, è possibile migliorare la nostra raccolta aggiungendo un passaggio dal 01 Giugno al 30 Settembre.
RISPOSTA:
1. La produzione è normalmente tale da consentire una frequenza di raccolta pari a 2 giorni la settimana; il terzo giro, dove effettuato, ha dimostrato che i quantitativi raccolti sono modesti e comunque tali da non giustificare l’aumento di costo, che si ripercuote sulle tariffe applicate ai cittadini.
2. La dotazione fornita evita il formarsi di cattivi odori: il rifiuto va raccolto nel bidoncino da 7 litri, chiuso all'interno del sacchetto e poi messo nel contenitore da 25 litri da esporre. Tale bidone ha una 'chiusura antirandagismo' che grazie al manico impedisce agli animali la notte di arrivare al rifiuto, va tenuto possibilmente all'esterno (giardino o balcone...) e se ben gestito (non mettere rifiuti sfusi, periodicamente lavarlo,...) non si formano cattivi odori.

Mezzi di raccolta. Oggi, nella stessa mattina, a seconda dei turni, è possibile che passino anche tre mezzi diversi con altrettanti operatori : l’umido, la carta, gli scarti del giardino. Perché non approntare un unico mezzo con un cassone suddiviso in due/tre scomparti così da poter effettuare un unico passaggio con evidente risparmio di personale e minor impatto ambientale?
RISPOSTA:
1. I rifiuti raccolti vanno in siti diversi per il recupero dunque non è sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico unire in un unico mezzo più raccolte
2. Una capacità piccola di carico costringe a più conferimento agli impianti, con aggravio economico e maggiori percorrenze.
Il Consiglio comunale di Carpi di giovedì 17 giugno ha visto la presentazione da parte del capogruppo PdL Roberto Andreoli di un ordine del giorno relativo al sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti ‘porta a porta’, attivo in città dal 2006 e che raggiunge ora poco meno della metà della popolazione. Andreoli indicava nel suo documento le possibili migliorie al servizio, divise in sei punti, “necessarie affinché questo possa incontrare la benevolenza di un maggior numero di cittadini e dare maggiore decoro ai quartieri interessati. Impegniamo con questo ordine del giorno Sindaco e Giunta perché si attivino in questo senso con Aimag”.

Ecco le proposte di Andreoli:
1-Dotazione di bidoni grigi per il rifiuto non recuperabile o indifferenziato come avviene a Mirandola. Il bidone garantisce maggior decoro nelle strade mentre oggi è una sequela di sacchetti di plastica di ogni tipo. Evita che animali di notte aprano i sacchetti.

2-Consegna dei sacchi biodegradabili per la frazione umida e grigi per l’indifferenziato presso il domicilio dell’utente previa richiesta agli addetti. Oggi finita la propria dotazione i sacchetti biodegradabili sono disponibili presso le stazioni ecologiche in città mentre quelli grigi solo alla stazione di via Watt. E’ evidente che tale sistema obbliga a spostarsi migliaia di utenti che sono oggetto di passaggi quasi quotidiani da parte degli addetti alla raccolta. Difficoltoso diventa, soprattutto, raggiungere via Watt per coloro (anziani e altri) che non hanno una automobile.

3-Raccolta di sfalci, potature e foglie provenienti dai giardini senza limite di quantità. Oggi è previsto un limite di 3/4 sacchi da lasciare assieme all’organico. In alcuni periodi dell’anno è un limite troppo restrittivo. In altri comuni è un servizio, sì gratuito, ma senza tetto alla quantità conferita. E poi va chiarito che non è a pagamento ma è un servizio compreso in tariffa.

4-Portare a due passaggi settimanali la raccolta dell’indifferenziato. Oltre all’umido in estate è questa la frazione che crea maggiori problemi, alle utenze domestiche, legati sia al volume da stoccare che ai cattivi odori. Senza copiare Viterbo, che raccoglie tutti i giorni questa frazione, sarebbe sufficiente prevedere un doppio passaggio settimanale.

5-Tre passaggi per la raccolta della frazione umida in estate. Oggi i passaggi settimanali sono due. In estate col caldo qualche problema legato ai cattivi odori è reale. Alcuni comuni, tra cui Lucca e Salerno, dispongono di tre passaggi settimanali per tutto l’anno, è possibile migliorare la nostra raccolta aggiungendo un passaggio dal primo giugno al 30 settembre.

6-Mezzi di raccolta. Oggi, nella stessa mattina, a seconda dei turni, è possibile che passino anche tre mezzi diversi con altrettanti operatori: l’umido, la carta, gli scarti del giardino. Perché non approntare un unico mezzo con un cassone suddiviso in due/tre scomparti così da poter effettuare un unico passaggio con evidente risparmio di personale e minor impatto ambientale?

L’assessore comunale all’Ambiente Simone Tosi ha risposto in aula replicando punto per punto ad Andreoli, sottolineando il fatto che queste risposte erano state concordate con Aimag.

1-Il sacchetto del rifiuto indifferenziato consente una più veloce raccolta rispetto al bidone per gli operatori. Gli animali non sono attratti da rifiuti indifferenziati perché non contengono organico. L'uso di sacchi per il rifiuto indifferenziato è una frequente scelta, alternativa ai bidoni, in tanti comuni italiani. La scelta del centro storico di Mirandola è stata una sperimentazione dettata dal contesto storico che non avrà seguito nell'estensione del servizio alla zona urbana residenziale, prevista probabilmente entro l'anno in corso.

2- Inizialmente si è voluto controllare direttamente dall'ufficio tecnico di via Watt la frequenza con cui l'utente utilizzava i sacchi grigi, valutando e correggendo sul nascere quei comportamenti errati tali per cui l'uso del sacco di indifferenziato rappresentava una scorciatoia per non differenziare. Peraltro ogni volta che vengono dati i sacchi grigi un tecnico Aimag in ufficio registra in un apposito database l'avvenuta consegna, in modo da avere traccia del consumo di sacchi procapite e poter intervenire anche a posteriori per correggere comportamenti non conformi. Ad oggi ogni utente (anziani, allettati...) che telefona manifestando una oggettiva difficoltà nel recarsi in via Watt si è sempre visto portare il materiale a casa da un addetto Aimag. Non si esclude che presto, tenuto conto dell'uso e delle richieste, venga fatta una nuova distribuzione di sacchi alle utenze che ne hanno diritto.

3-Non è operativamente pensabile di offrire un servizio di ritiro potature senza alcun limite di quantità ad ogni utente, per lo meno contemporaneamente! Si rischierebbe di avere una mole di lavoro abnorme e non pianificata in corrispondenza di ogni giro del verde. A partire da questa considerazione è la scelta di fornire democraticamente a tutti un servizio di raccolta degli sfalci con un massimale procapite di 3/4 sacchi, peraltro ripetibile ogni settimana. Esiste anche un servizio, sempre gratuito, di ritiro delle potature per grandi quantità, pari a due metri cubi per utenza, per un massimo di due chiamate effettuabili ogni anno. Sono sempre possibili i conferimenti ai Centri di Raccolta. Il gestore offre a pagamento anche la possibilità di ritirare quantità di potature maggiori, a tariffe di certo non superiori al costo di mercato dei giardinieri professionisti.

4- La filosofia del ‘porta a porta’ a Carpi è quella di ridurre il più possibile la produzione della frazione indifferenziata, che è quella che ha i maggiori oneri di smaltimento e ambientali. Tale frazione non può ovviamente scomparire del tutto ma un cittadino responsabile ne produce in quantità limitate, visto che la stragrande maggioranza dei rifiuti è facilmente riciclabile. La maggior parte dei comuni dove si fa il porta a porta ha una frequenza di raccolta dell'indifferenziato settimanale più che sufficiente per le normali produzioni di una famiglia. L'esempio dei sacchi neri esposti tutti i giorni nel centro di Viterbo dalle ore 6 alle ore 8.30 fa pensare ad una raccolta dei rifiuti concomitante con lo svuotamento dei cestini, che ad esempio a Carpi avviene tutti i giorni, domenica inclusa. Questa opzione pare possibile solo in presenza di poche utenze su aree ristrette, come appunto il centro, dove la presenza di operatori è quotidiana.

5- La produzione è normalmente tale da consentire una frequenza di raccolta pari a due giorni la settimana; il terzo giro, dove effettuato, ha dimostrato che i quantitativi raccolti sono modesti e comunque tali da non giustificare l’aumento di costo, che si ripercuote sulle tariffe applicate ai cittadini. La dotazione fornita evita il formarsi di cattivi odori: il rifiuto va raccolto nel bidoncino da 7 litri, chiuso all'interno del sacchetto e poi messo nel contenitore da 25 litri da esporre. Tale bidone ha una 'chiusura antirandagismo' che grazie al manico impedisce agli animali la notte di arrivare al rifiuto, va tenuto possibilmente all'esterno (giardino o balcone...) e se ben gestito (non mettere rifiuti sfusi, periodicamente lavarlo,...) non si formano cattivi odori.

6-I rifiuti raccolti vanno in siti diversi per il recupero, dunque non è sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico unire in un unico mezzo più raccolte. Una capacità piccola di carico costringe a più conferimenti agli impianti, con aggravio economico e maggiori percorrenze.

La consigliera Maria Grazia Lugli (Pd) è poi intervenuta e ha raccontato l’esperienza fatta dalla propria famiglia nella palazzina nella quale vive rispetto alla raccolta domiciliare, indicando come problematica la situazione relativa ai Centri di Raccolta rifiuti, sia per gli orari degli stessi che per la modalità di utilizzo della tessera per i conferitori. La stessa questione è stata sottolineata dal collega di Alleanza per Carpi Giorgio Verrini. Enrico Gasparini Casari (Lega nord Padania) ha invece stigmatizzato il fatto che gli sconti sulla tariffa Aimag per chi consegna materiali riciclabili ai Centri siano molto bassi, mentre il collega di gruppo Argio Alboresi ha criticato le procedure per il ritiro dei rifiuti da piccole demolizioni contenenti amianto e ha chiesto “maggiore severità nei controlli magari in via Unione Sovietica…”. Roberto Benatti (PdL) ha proposto dal canto suo una modifica del dispositivo finale dell’odg del collega Andreoli, “anche per valutare i costi di queste migliorie”, che ha trovato l’adesione di Giliola Pivetti (capogruppo ApC) ma non quella del capogruppo Pd Davide Dalle Ave (il quale ha però ricordato come il ‘porta a porta’ a Carpi sia un modello per altri centri e che le proposte di Andreoli porterebbero ad un aumento di costi e a mutare la filosofia del servizio). In sede di controreplica l’assessore Tosi ha infine ricordato che i controlli sul conferimento dei rifiuti ‘porta a porta’ sono stati potenziati e le novità relative al conferimento dei rifiuti contenenti amianto “che ci costa 30-40 mila euro l’anno andare a raccogliere in campagna dove i meno coscienziosi li abbandonano”. Rispetto ai problemi dei Centri “è un decreto nazionale che impone nuove regole, che ci sono costate 180 mila euro: abbiamo chiesto più postazioni per le tessere. Ma attenzione, si vogliono premiare coloro che portano qui solo i materiali che non si possono lasciare nei cassonetti della plastica, del vetro, della carta e dunque i rifiuti ingombranti o pericolosi”. Il consigliere Andreoli ha in conclusione affermato “che nessuno era obbligato ad accettare queste migliorie su problematiche che però esistono, visto che tanti fanno il ‘porta a porta’ stramaledicendolo: ma qui non si è ragionato di questo e del fatto che si poteva rendere la città meno ‘napoletana’…”

Al momento del voto l’ordine del giorno di Andreoli modificato come richiesto da Benatti è stato votato da PdL, ApC, Lega nord Padania, contrario il Pd, astenuto Lorenzo Paluan (Lista civica Carpi a 5 stelle-Prc).

(fonte: carpidiem.it)
sabato 19 giugno 2010
Un’ordinanza comunale a tutela dei nidi. L’impegno della Lipu
La sezione cittadina della Lipu (Lega italiana per la protezione degli uccelli) e l’assessorato all’Ambiente del Comune di Carpi, seguendo le direttive del Progetto Rondini della Lipu nazionale, si muovono di comune accordo per tutelare la conservazione delle specie di Rondine, Rondone e Balestruccio, in sensibile diminuzione. In tal senso il Comune ha emanato un’ordinanza a tutela dei nidi e dei siti di nidificazione presenti nel territorio carpigiano, redatta in stretta collaborazione con i volontari dell’associazione ambientalista.

Carpi ospita una colonia di rondini, conosciuta da lungo tempo. Si tratta di una situazione piuttosto peculiare, dal momento che è situata in pieno centro cittadino, e che proprio per questo richiede attenzione per la sua conservazione. Data questa inusuale collocazione gli attivisti della sezione Lipu, insieme alle scuole primarie cittadine, hanno da alcuni anni avviato un programma di monitoraggio che dal 1998 ad oggi ha previsto un censimento dei nidi occupati. Purtroppo i dati finora emersi hanno evidenziato come negli ultimi anni vi sia stato un drastico calo della presenza di rondini in città. Ciò deriverebbe da molteplici cause: mutamenti climatici e ambientali, utilizzo di pesticidi, cementificazione di ampie aree del territorio, nonché ristrutturazioni urbane e installazioni di dissuasori d’appoggio che non hanno tenuto in considerazione l’importanza del ruolo della rondine all’interno dell’ecosistema, sia urbano che agrario. In particolare questo uccello è molto utile per l’uomo, in quanto essa si ciba di insetti (soprattutto zanzare, mosche e cimici) arrivando a consumarne una quantità pari a circa 7-8 volte il suo peso (per un totale di 170 grammi al giorno) e quindi più di 20 kg procapite nel periodo di permanenza sul nostro territorio, che va da aprile a settembre!

L’ordinanza comunale del 26 maggio scorso sanziona chi distrugge o rimuove i nidi di Rondine, Rondone e Balestruccio: la Lipu cittadina, che può contare su 10-12 volontari, continuerà a monitorare la situazione e a verificare dal canto suo che venga rispettata. “Eventuali restauri di fabbricati – ricorda l’assessore all’Ambiente Simone Tosi - sono permessi esclusivamente al di fuori dei periodi di nidificazione, ovvero tra il 30 settembre e il 15 febbraio, previa autorizzazione del Settore Ambiente del Comune e a fronte di una compensazione di nidi artificiali, da installare con il supporto di tecnici appartenenti a organizzazioni che si occupano di conservazione dell’avifauna, come appunto la Lipu. L’ordinanza prevede poi anche rigide norme per regolamentare l’installazione di dissuasori per colombi, qualora vi sia un nido nelle vicinanze. Per i trasgressori sono previste sanzioni che vanno dai 50 ai 300 euro”.
venerdì 18 giugno 2010
Al via nei prossimi giorni un’iniziativa di Lotta biologica
Nei prossimi giorni il Settore Verde pubblico del Comune di Carpi provvederà al ‘lancio’ di alcuni insetti utili in varie zone della città, con l'intento di contrastare problematiche riguardanti diverse specie di piante presenti lungo le strade e nelle aree verdi comunali. Nel dettaglio si posizioneranno Antocoridi per il contrasto della Psilla presente sulle acacie dell’asilo Pettirosso di via Pezzana e dell’asilo La Tartaruga di via Cremaschi; sarà utilizzato poi Criptolemo per contrastare la presenza di Cocciniglia lungo i viali cittadini nei quali è presente l’Acero saccarino (in particolare in via Pezzana). Il Neodrynus verrà ‘lanciato’ per contrastare la presenza di Metcalfa al parco di via Lucrezio (vicino al Centro raccolta rifiuti), e al Parco della Pila di via Lago di Bracciano, presso il filare arboreo vicino alla Piscina comunale sulla Tangenziale Losi, nei pressi del campo da baseball, ed al parco Pertini di via Bollitora.

Il Settore Verde pubblico ricorda che queste operazioni di lotta biologica non comportano nessun rischio per la popolazione, oltre che per l’ambiente. La Rete civica Carpidiem consente poi di consultare alcune schede informative sulla lotta biologica, e su alcune di queste avversità e i loro antagonisti. Resta poi attivo il servizio gratuito informativo che prevede la presenza di consulenti del Comune presso il portico di Piazza Martiri (in corrispondenza della ‘catena’, incrocio con via Paolo Guaitoli) il giovedì dalle ore 11 alle ore 12

(fonte: www.carpidiem.it)
martedì 15 giugno 2010
Nel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 3 giugno sono stati corretti e rettificati errori materiali di trascrizione in alcuni elaborati tecnici inerenti la Variante 20 al Prg, già approvata il 6 maggio scorso dal civico consesso. Su questo tema era stata presentata anche un’interrogazione dal capogruppo PdL Roberto Andreoli: Andreoli ha ricordato come la delibera in oggetto riguardasse un’area di 25mila metri quadri di terreno agricolo con vincolo ad area per attrezzature generali di interesse pubblico a favore di Tred Carpi e come questa delibera non riportasse gli elaborati con le tavole riportanti le variazioni in oggetto: ma soprattutto ha criticato il fatto che le date di protocollo delle risposte fornite da Ausl e Arpa fossero errate e addirittura posticipate rispetto alla data in cui il Consiglio ha discusso le delibera in oggetto.“Per tutti questi motivi, che mettono in dubbio la credibilità dell’atto, chiediamo copia conforme dei pareri di Ausl, Arpa, Provincia, copia degli elaborati e una spiegazione sulle date posteriori a quella di discussione della delibera”.

L’assessore all’Urbanistica Simone Tosi ha replicato al capogruppo del PdL che i documenti avrebbero dovuto essere già in possesso dell’interrogante, e che “le date degli allegati non sono sbagliate: gli errori sono negli elenchi che richiamano questi e sono quindi meri errori di battitura, che potevano essere corretti già la sera stessa della discussione della delibera”. Andreoli ha allora criticato l’affermazione dell’assessore di aver seguito in questo iter la Legge regionale 20 del 2000. “Questa consente ai Comuni di fare Varianti solo nei primi cinque anni di validità del Prg attuale, visto che è stata approvata dalla Regione tre mesi prima del Piano Regolatore del 2000. Avremmo dovuto dunque comportarci diversamente per non esser fuori legge e si poteva addirittura attendere dopo la morte dell’architetto Fortelli, che ha creato l’impianto del Prg attuale, per adeguare questo strumento alla Legge regionale”. Tosi ha controreplicato che “non ci sono atti postdatati nella Variante e questo lo ha notato definitivamente anche Andreoli, e che il Prg del 2000 è stato validato nei tempi e nei modi idonei, altrimenti Provincia e Regione avrebbero perlomeno sollevato qualche dubbio di legittimità, visto che abbiamo approvato 22 Varianti, 20 delle quali adottate. Si vuole costruire una tempesta in un bicchiere d’acqua, Andreoli sbaglia, o prova a costruire un nuovo scoop inesistente; infatti la stessa Legge 20 prevede che dalla sua entrata in vigore, marzo 2000, sia possibile adottare il Prg nei sei mesi successivi. Il Piano è stato adottato nel luglio del 2000, quindi nei tempi consentiti”.

L’architetto Attilio Palladino ha ricordato poi come il Prg sia stato approvato dalla Provincia in ossequio al Ptcp ed esista una pagina del sito Internet della Regione che spiega come applicare la Legge regionale 20 anche per le Varianti al Prg. Tosi ha chiosato ricordando come il Piano Fortelli fosse fondamentalmente concluso al momento della scomparsa dell’architetto omonimo, avvenuta dopo dieci anni di discussione, “e giustamente questa tragedia non ha impedito di adottare il nuovo Piano Regolatore”. Argio Alboresi (capogruppo Lega nord Padania) si è detto poco tranquillo dopo avere sentito le risposte dell’assessore: “non è tutto vero quello che dice Tosi” ha concluso, e quindi l’assessore è tornato a intervenire per dire che l’amministrazione tornerà in Commissione consiliare a spiegare la questione e a dimostrare la giustezza del suo comportamento. Roberto Benatti (PdL) si è poi chiesto chi abbia avuto il buon senso di autorizzare questa attività altamente inquinante in mezzo alla campagna, che è meglio insediare altrove: “ma si tratta di pareri di enti vicini alla pubblica amministrazione: che l’assessore dica piuttosto che vuole sottoporre questo quesito tecnico alla Regione piuttosto che alla Commissione presieduta da Paolo Zironi…”. Maria Viola Baisi (Pd) ha definito dal canto suo “inconsistenti” le opposizioni, criticando il fatto che non abbiano sollevato il problema a suo tempo, mentre il collega di gruppo Paolo Zironi si è detto invece disponibile ad approfondire il tema in Commissione e come già in occasione della Variante approvata il 6 maggio fossero state inserite modifiche nel progetto a maggiore tutela ambientale dell’area interessata. Roberto Andreoli infine in sede di dichiarazione di voto ha detto che il dubbio su questa vicenda rimane grande “ed è stata fiducia malriposta, non voglio esser preso per il naso. Ribadisco che l’errore più grande l’ha compiuto il dirigente che ha firmato la delibera”.

La correzione è stata approvata dal Pd, contrari gli altri gruppi presenti in aula.

(fonte:carpidiem.it)
lunedì 14 giugno 2010
La manovra del Governo e il Bilancio del Comune
“Sei milioni in meno in tre anni dallo Stato. Presto un nuovo Bando anticrisi”

“La Manovra finanziaria sarà molto dura. Il Comune di Carpi si attende una riduzione di trasferimenti statali di circa 2 milioni di euro per il 2011 e di almeno 4 milioni per il 2012”. Nel corso di una conferenza stampa tenuta questa mattina in Municipio il Sindaco Enrico Campedelli e la Giunta comunale hanno presentato le prime cifre, pur parziali, relative ai tagli che la manovra del Governo potrebbe apportare al Bilancio comunale 2011. Senza contare i minori introiti per l’ente locale che potrebbero sommarsi a causa della diminuzione dei fondi destinati alle Regioni e alle Province e da un calo dalle entrate proprie.

I componenti della Giunta hanno partecipato in Municipio proprio questa mattina ad un incontro nel corso del quale hanno fatto il punto della situazione con sindacati e associazioni di categoria e ascoltato le loro opinioni al riguardo. Nelle prossime settimane proseguiranno le riunioni che l’amministrazione comunale terrà con le forze sociali e il mondo associativo cittadino, mentre per avere un quadro più preciso delle linee strategiche contenute nel Bilancio di previsione 2011 bisognerà attendere almeno l’autunno. Intanto però il Comune ha deciso di proporre nelle prossime settimane un Bando ‘anticrisi’, un provvedimento con il quale Palazzo Scacchetti intende sostenere le famiglie in difficoltà a causa della crisi, con una dotazione sia di fondi comunali che della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.

“La manovra del Governo – spiega Campedelli - risulta fortemente iniqua, in buona misura insostenibile e inefficace rispetto all’esigenza di sostenere e accompagnare la ripresa economica. Non contiene alcuna riforma strutturale della spesa pubblica e i tagli operati non seguono alcun criterio di selezione ed equità. Si colpisce il lavoro dipendente pubblico senza operare alcuna distinzione tra i diversi redditi e i diversi comparti. Si trascura, o si finge di non sapere, che in questo modo molti redditi familiari vengono colpiti due volte. Il taglio dei trasferimenti per l’Emilia Romagna ha poi questa dimensione: - 600 milioni di euro per la Regione; - 120 milioni di euro per i Comuni; - 22 milioni di euro per le Province. Si tratta, per il 2011, di 742 milioni di entrate in meno, che saliranno a 850 milioni nel 2012. La Regione Emilia Romagna, con il proprio Bilancio 2010, ha assicurato, complessivamente, 489 milioni di euro per il Fondo regionale della non autosufficienza e 62 milioni di euro per il Fondo sociale regionale. Sommando a queste risorse regionali quelle assicurate dai bilanci degli enti locali che, per i soli servizi rivolti alla non autosufficienza, sono quantificabili in circa 150 milioni di euro, appare evidente come la manovra proposta dal Governo non colpisca gli sprechi ma direttamente i servizi per i cittadini e le famiglie”.

“Se dal Parlamento non usciranno modifiche sostanziali, al danno diretto derivante dalla compressione dei redditi si sommerà un inevitabile riduzione della quantità e qualità di servizi essenziali, i cui costi ricadono in parte sugli utenti e in larga misura sui bilanci degli enti locali (Case protette, Rsa, centri diurni, assistenza domiciliare, asili nido, scuole materne, mense scolastiche, trasporti, contributi per l’affitto ecc.). Anziché consentire ai Comuni con i conti in regola e le risorse disponibili di poter aprire nuovi cantieri e poter procedere a pagare le imprese per i lavori già eseguiti, la manovra – afferma dal canto suo l’assessore al Bilancio Cinzia Caruso - rende ancora più stringenti i vincoli e le sanzioni. La conseguenza, nell’immediato, temiamo possa essere quella di una ulteriore riduzione degli investimenti per i prossimi anni e di un ulteriore allungamento dei tempi di pagamento”.
venerdì 11 giugno 2010
giovedì 10 giugno 2010

Pubblico dal sito del Partito Democratico le proposte per correggere una manovra sbagliata e ingiusta,

A Cura del Dipartimento Economia e Lavoro del Partito Democratico

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Premessa La manovra di finanza pubblica in discussione al Senato (il decimo intervento correttivo in due anni di governo), è dovuta alle scelte elettorali ed agli errori di politica economica compiuti dal Governo Berlusconi negli ultimi due anni. Per valutare l’impatto di scelte ed errori, va ricordato che il Governo Berlusconi, a maggio 2008, ha ereditato un quadro di finanza pubblica ricondotto su binari di sostenibilità, dopo il deragliamento causato dal Ministro Tremonti nel periodo 2001-2006. Infatti, il Governo Prodi a maggio 2006 trovò una procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea per deficit eccessivo e un debito pubblico in risalita dopo 13 anni di calo. Dopo due anni, il centrosinistra consegnò al Governo Berlusconi-Tremonti un bilancio pubblico con un saldo primario strutturale al 2% ed un debito ricondotto in discesa. La forza del risanamento avviato è documentata dal risultato di indebitamento 2008: nonostante la contrazione dell’economia (-1%), l’assenza di interventi correttivi in corso d’anno e l’abbandono della lotta all’evasione, il deficit 2008 si è fermato al 2,7% del Pil. Tra le cause elettorali della manovra, ricordiamo le principali: a. l’eliminazione delle misure di contrasto all’evasione fiscale introdotte dal Governo Prodi e il dimezzamento delle sanzioni per l’evasione accertata; b. il “salvataggio” dell’italianità di Alitalia; c. la completa eliminazione dell’Ici sulla prima casa per i nuclei familiari a reddito e patrimonio più elevato; d. gli incentivi fiscali al lavoro straordinario quando già; incominciava a moltiplicarsi il ricorso alla Cassa Integrazione; e. la riduzione delle compensazioni fiscali alle banche per le perdite su crediti inesigibili in una fase segnata dalla contrazione dell’offerta di liquidità; alle piccole imprese.
Tra gli errori, vanno iscritti i seguenti: a. i tagli orizzontali e ciechi, e pertanto inefficaci, alle spese di funzionamento delle pubbliche amministrazioni senza alcun disegno di riorganizzazione complessiva di ciascuna macchina amministrativa; b. l’abbattimento delle spese per investimento sia delle pubbliche amministrazioni centrali sia degli enti territoriali a causa di un Patto di Stabilità Interno indifferenziato; c. l’utilizzo delle risorse per le aree sottoutilizzate (Fas) per coprire ogni genere di spesa corrente; d. il rinvio delle riforme strutturali al dopo crisi; e. l’assenza di interventi a sostegno del reddito dei disoccupati “atipici”; f. le ritardate e deboli misure per il rafforzamento dei fondi di garanzia per il credito alle micro, piccole e medie imprese; g. il mancato pagamento di parte dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese; h. le retromarce sulle principali liberalizzazioni messe in campo nella scorsa legislatura; i. l’abbandono del “monitoraggio attivo” sull’andamento dei prezzi di beni e servizi fondamentali per il potere d’acquisto delle famiglie (dai prodotti petroliferi, alle polizze assicurative); j. l’aumento delle tariffe di importanti servizi pubblici per fare cassa (dai servizi postali all’acqua, dall’elettricità al trasporto ferroviario); k. l’eliminazione di rilevanti detrazioni Irpef (ad esempio, le detrazioni per l’acquisto degli abbonamenti dei pendolari, le detrazioni per le spese di aggiornamento degli insegnanti) e l’aumento di imposte e tasse (dall’assenza di compensazione del fiscal drag alla tassa sulle memorie virtuali presenti in tutti i dispositivi elettronici); l. lo svuotamento dei crediti d’imposta alle imprese per la ricerca e lo sviluppo e agli investimenti nel Mezzogiorno; m. l’eliminazione della detrazione del 55% per le eco-ristrutturazioni.
In sintesi, la manovra presentata dal Governo Berlusconi-Tremonti non ha il fine di migliorare gli obiettivi di deficit e debito pubblico in risposta alle turbolenze europee ed internazionali o per tener conto di un quadro macroeconomico peggiore di quello ipotizzato nella Nota di Aggiornamento al Programma di Stabilità e Crescita inviato a Bruxelles a gennaio 2010.
La Relazione Unificata per l’Economia e la Finanza Pubblica, 6 maggio 2010, afferma in modo chiaro che “gli obiettivi programmatici di indebitamento netto restano fermi al 3,9% del Pil per il 2011 e al 2,7% per il 2012 …. il mantenimento degli obiettivi individua una manovra correttiva sul saldo primario pari, in termini cumulati, a circa 1,6 punti percentuali di Pil nel biennio 2011-2012”.
La manovra non ha neppure il fine di recuperare, come avviene per gli altri principali Paesi europei e gli Usa, le risorse dedicate al salvataggio del sistema bancario o gli interventi anti-ciclici attuati dal Governo. Per una serie di ragioni, le banche italiane non hanno avuto bisogno di capitali pubblici e gli interventi anti-ciclici, nonostante i 10 decreti di finanza pubblica realizzati da giugno 2008 ad oggi, sono stati assenti.
Pertanto, la manovra è necessaria a compensare scelte elettorali ed errori, mentre negli altri Paesi Ocse gli interventi straordinari sono necessari a compensare salvataggi bancari e politiche anti-crisi pari, in media, a 3-4 punti percentuali di Pil. Insomma, la manovra poteva essere evitata attraverso una strategia riformista e una responsabile e accorta gestione della finanza pubblica.

Una manovra senza crescita

Il difetto principale della manovra è l’assenza di una strategia di crescita nella quale collocarla.
La “cultura della stabilità”, tardivamente scoperta dal Ministro Tremonti, viene posta in alternativa alla “cultura della crescita sostenibile”. Così, il Ministro dell’Economia continua a far coincidere la politica economica con la politica di bilancio.
Non può funzionare. La politica di bilancio è parte della politica economica. Soprattutto, l’errore fondamentale della politica economica del Governo sta nell’inversione delle variabili “vincolo” con le variabili “obiettivo”.
Il controllo della finanza pubblica è stato assunto come obiettivo della politica economica, mentre doveva essere considerato come vincolo in relazione all’obiettivo della crescita.
L’inversione implica che, per il Ministro dell’Economia, lasciare aumentare la spesa per acquisti di beni e servizi di 14 miliardi nel biennio alle nostre spalle (+12% a fronte di una contrazione del Pil nominale di quasi 2 punti percentuali) è equivalente al blocco degliinvestimenti pubblici e allo svuotamento degli incentivi agli investimenti delle imprese. Ovviamente, ai fini dell’impatto sull’economia reale e sulla produttività, non è così.
Insomma, nel rispetto degli aggiustamenti di finanza pubblica, sarebbe stato (e continua ad essere) necessario puntare sulla crescita, non solo e non tanto in termini anti-ciclici, quanto in termini strutturali, ossia per aggredire i nodi che da un quarto di secolo determinano la caduta della nostra produttività totale dei fattori.
Non è stato un errore tecnico. È stata conseguenza di una cultura politica dominata dalla sfiducia nell’Italia civile ed innovativa, dalla declinazione dell’intervento pubblico in economia in forme discrezionali e dirigiste, per “comprare” o estorcere consenso ad interessi particolaristici più che a migliorare le condizioni di contesto e ad attuare interventi selettivi di politica industriale ancorati a principi generali. Insomma, un minimalismo corporativo a salvaguardia di rendite di posizione e alle cieche convenienze di interessi di corto respiro.
Le politiche per la crescita non possono essere promosse soltanto a livello nazionale. Anzi, gli sforzi nazionali rischiano di essere frustrati se permane un indirizzo di politica economica europea mercantilistico e deflattivo, ossia la “linea” imposta dalla Germania all’area euro.
È necessario impegnare il Governo italiano affinché promuova nell’Unione Europea e nell’area euro una linea alternativa per un’Europa federalista della crescita e del lavoro. Vuol dire accompagnare le misure emergenziali e difensive decise a Bruxelles il 10 maggio scorso con un’offensiva per:
  • un'effettiva e stringente regolazione e vigilanza federale dei mercati finanziari per disciplinare hedge funds, fondi sovrani, attività; speculative degli intermediari finanziari;
  • un "Piano Europeo per il Lavoro", finanziato con eurobonds, per costruire infrastrutture strategiche, sostenere programmi di ristrutturazione industriale, politica industriale, ricerca ed innovazione;
  • il rafforzamento del mercato unico secondo le linee guida elaborate nel recente "Rapporto Monti";
  • un coordinamento contro la competizione fiscale al ribasso, per il contrasto ai paradisi fiscali, per una financial transaction tax contro i movimenti finanziari speculativi;
  • l'apertura, in sede WTO, di una discussione sugli standard sociali ed ambientali minimi per gli scambi di merci e servizi e un border tax adjustment.
In sintesi, la Strategia Europa 2020, approvata a marzo dal Consiglio Europeo, è superata e va radicalmente ridefinita sia sul piano degli obiettivi, che sul piano della governance. Una manovra sbagliata e ingiusta La manovra è profondamente iniqua. Non solo perché interviene in modo indiscriminato sul pubblico impiego, negando alla radice l'incentivazione del merito, dimezzando il numero dei lavoratori a tempo determinato o con contratti di collaborazione e bloccando il turn-over senza distinguere le specificità e le diversissime esigenze di ciascun ambito (ad esempio, non solo la scuola e la sanità sono in condizioni diversissime rispetto ad altre amministrazioni, ma anche all'interno del comparto scuola e sanità le differenze sono rilevantissime). La manovra è profondamente iniqua perché; i tagli cie.


Una manovra sbagliata e ingiusta
La manovra è profondamente iniqua. Non solo perché interviene in modo indiscriminato sul pubblico impiego, negando alla radice l’incentivazione del merito, dimezzando il numero dei lavoratori a tempo determinato o con contratti di collaborazione e bloccando il turn-over senza distinguere le specificità e le diversissime esigenze di ciascun ambito (ad esempio, non solo la scuola e la sanità sono in condizioni diversissime rispetto ad altre amministrazioni, ma anche all’interno del comparto scuola e sanità le differenze sono rilevantissime).
La manovra è profondamente iniqua perché i tagli ciechi alla spesa colpiscono in misura insufficiente gli sprechi e le inefficienze, mentre tagliano in modo insostenibile i diritti dei cittadini, dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, delle micro e piccole imprese. In particolare, peseranno i tagli ad alcuni capitoli del Bilancio dello Stato (ad esempio, ordine pubblico e sicurezza, infrastrutture, risorse per Fas, ecc.) ed i brutali tagli ai trasferimenti a Regioni, Province e Comuni.
Le Regioni a statuto ordinario sono chiamate ad uno sforzo impossibile in quanto i 4,5 miliardi di minori trasferimenti all’anno previsti si scaricheranno su una quota intorno al 15% dei bilanci regionali, dato che la stragrande maggioranza delle risorse intermediate dalle Regioni è dedicata alla spesa sanitaria.
I Comuni, già soffocati dai vincoli “stupidi” del Patto di Stabilità Interno introdotti nell’estate 2008, dovranno ridurre ancora di più sia la spesa per investimenti, sia i servizi sociali. In sostanza, gli interventi sugli enti territoriali, decisi in modo iper-centralistico dal Governo nazionale, determineranno meno risorse per la scuola, per il diritto allo studio, per l’integrazione al reddito dei disoccupati, per l’assistenza agli anziani, per il trasporto pubblico locale, per il sostegno alle imprese, per l’edilizia pubblica.
In alternativa alla diminuzione delle risorse, Regioni, Province e Comuni saranno costrette ad aumentare imposte e tariffe. Il percorso è anticipato dalla possibilità riconosciuta al Comune di Roma di introdurre, tra l’altro, un’imposta di soggiorno ed un’imposta sugli imbarchi aerei.
In generale, la manovra contiene misure incidenti sulla condizione economica dei cittadini: ad esempio la facoltà riconosciuta alle concessionarie autostradali di aumentare i pedaggi, con aggravi fino al 25%, o l’assoggettamento al pedaggio anche dei raccordi autostradali gestiti dall’ANAS.
Le scelte iper-centralistiche sugli enti territoriali pregiudicano l’avvio del federalismo responsabile e solidale. La manovra, infatti, attraverso il taglio dei trasferimenti a Regioni, Province e Comuni limita lo spazio finanziario e getta le basi per una definizione minimale dei livelli essenziali delle prestazioni di cittadinanza.
Apre la porta, quindi, ad un federalismo differenziato ad esclusivo vantaggio delle realtà più ricche del Paese.
A tal proposito, va rimarcato l’ulteriore aggravamento dell’iniquità territoriale nella politica di bilancio del Governo.
Il “centralismo nordista” del Governo continua a sottrarre risorse alle regioni meridionali. La prima forte sottrazione, circa 2 miliardi, è stata effettuata per compensare i costi della completa eliminazione del taglio dell’ICI. Altri 500 milioni, destinati ad investimenti in Calabria e Sicilia, sono stati usati a copertura di spesa corrente. Sopratutto, le risorse Fas sono state utilizzate per ogni ordine di spesa corrente e spesso per far fronte ad esigenze di carattere ordinario. In totale, i tagli e le preallocazioni improprie sono stati pari a circa 19 miliardi di euro (risultanti per 13,7 miliardi dai tagli indicati nella delibera CIPE n. 112/2008 e, per i restanti 5,3 miliardi, da preallocazioni previste da leggi successive).
Nella manovra le risorse Fas vengono ulteriormente ridotte di 2,6 miliardi di euro nel triennio 2011-2013. La possibilità riconosciuta alle regioni meridionali di azzerare l’Irap sulle nuove imprese è puramente virtuale, dato che è completamente a carico delle medesime regioni le quali, come ricordato, sono soffocate dai tagli dei trasferimenti e rischiano, anche a causa del debito nella Sanità, di dover aumentare l’Irap, oltre che l’addizionale Irpef.
La manovra è profondamente iniqua anche perché non viene chiesto alcun contributo a quanti negli ultimi anni hanno beneficiato di un’enorme redistribuzione di reddito e ricchezza. I redditi milionari ed i grandi patrimoni, esempio estremo il Signor Silvio Berlusconi, non contribuiscono neanche con un euro al “sacrificio necessario a salvare la Patria”. La tassazione aggiuntiva del 10% sui bonus superiori almeno a tre volte l’importo della retribuzione fissa dei manager delle banche è l’ennesima presa in giro dato che, dopo gli interventi della Banca d’Italia, non esistono più mix retributivi simili.
Infine, la manovra è profondamente iniqua perché le misure anti-evasione sono una retromarcia parziale e contraddittoria. Innanzitutto, va ricordata la tolleranza attiva dell’evasione praticata dal Governo Berlusconi-Tremonti.
Al di là delle citazioni del Berlusconi d’annata, il favore all’evasione è evidente nei 18 condoni fiscali, contributivi ed edilizi fatti dal 2001 al 2006 e ripresi in questa legislatura. Inoltre, è evidente anche nella cancellazione delle misure anti-evasione introdotte dal Governo Prodi nella scorsa legislatura.
Infine, è evidente nel mega-condono per i capitali evasi e trasferiti all’estero (il famoso “scudo fiscale”) a prezzi di favore (5% rispetto a circa il 50% dovuto negli altri Paesi), con garanzia di anonimato e sospensione dell’obbligo di segnalazione anti-riciclaggio per gli intermediari finanziari.
A proposito di risultati raggiunti dal Governo Berlusconi- Tremonti nella lotta all’evasione, la contabilità è falsa. Infatti, non si può fare solo riferimento agli incassi da accertamenti, ma si deve guardare all’andamento dei comportamenti dei contribuenti, ossia alla fedeltà fiscale (tax compliance).
In sostanza, negli ultimi 2 anni abbiamo avuto +1 in maggiori incassi da accertamenti e -10 a causa della caduta della fedeltà fiscale. L’andamento del gettito Iva è crollato del 10%, mentre i consumi sono rimasti stabili in termini nominali. Non c’è nessun caso analogo in Europa e, come noto, l’Iva è l’apripista dell’evasione.
Non a caso, nel 2009 e 2010 il crollo delle imposte dirette sul reddito ha superato le pur pessimistiche previsioni del Ministero dell’Economia.
A conferma della retromarcia del Governo viene indicata la re-introduzione della tracciabilità dei pagamenti.
A tal proposito, va ricordato che il Governo Prodi aveva introdotto 2 misure distinte: la soglia dei 5.000 euro in funzione antiriciclaggio (abolita dal Governo Berlusconi nel giugno 2008 ed ora re-introdotta) e la soglia, in graduale riduzione da 1.000 a 100 euro, esclusivamente per i pagamenti dei professionisti (ossia, non si applicava per l’acquisto delle scarpe). Per far seriamente la lotta all’evasione, la retromarcia di Tremonti dovrebbe anche riguardare il ripristino delle sanzioni all’evasione accertata (dimezzate nell’estate del 2008) e l’eliminazione della protezione dai controlli fiscali assicurata agli oltre 200.000 grandi evasori che hanno beneficiato dello scudo fiscale a prezzi stracciati.
Inoltre, per recuperare almeno in minima parte il gettito perduto, il “mitico” redditometro propagandato dall’Agenzia delle Entrate, dovrebbe essere applicato anche agli accertamenti sugli anni precedenti al 2009: non si vede perché l’amministrazione dovrebbe privarsi di tale potente strumento per accertare il passato.
Infine, non va dimenticato che l’evasione si combatte anche con le politiche industriali e per la competitività delle imprese, insomma con le riforme per la crescita, non solo con i controlli ed i vincoli.
Per rendere credibile, quindi efficace, la retromarcia del Governo Berlusconi-Tremonti nella lotta all’evasione, andrebbe eliminato ogni spazio ai condoni. Invece, la manovra contiene, nonostante le smentite ufficiali, il rischio di condono per gli “immobili fantasma” e per possibili abusi da realizzare entro il 31 dicembre 2010.



Una manovra strutturalmente debole

La manovra, oltre che orfana di una strategia per la crescita e profondamente iniqua, è anche poco strutturale.
Innanzitutto, le correzioni di spese ed entrate si riferiscono ad andamenti tendenziali (ossia a “legislazione vigente”, senza tener conto degli effetti della manovra in discussione) che sono irrealistici.
È irrealistico, viste le serie storiche, assumere per il triennio 2010-2012 la sostanziale invarianza delle spese per acquisti di beni e servizi.
È altrettanto irrealistico prevedere una crescita delle imposte dirette ed indirette con un’elasticità al Pil superiore ad 1, dati i risultati nettamente inferiori conseguiti nel 2008 e 2009 a causa dell’allargamento dell’area dell’evasione.
All’irrealismo dello scenario base, si somma l’irrealismo delle correzioni definite nella manovra. In particolare, sono completamente fuori misura le previsioni di recupero di evasione. Anzi, si deve sottolineare il mutato atteggiamento della Ragioneria Generale dello Stato che, con un’inversione di 180 gradi rispetto alla posizione, corretta, avuta nella scorsa legislatura, ha considerato valide le previsioni di entrata (per alcuni miliardi di euro all’anno) conseguenti all’ “effetto deterrenza”.
Oltre alle valutazioni irrealistiche, i risparmi previsti nella manovra sono in diversi e rilevanti casi di carattere una tantum. Si tratta, ad esempio, della sospensione degli scatti di anzianità nel pubblico impiego per i settori per i quali è previsto il recupero alla fine del triennio.
Si tratta, almeno in parte, data l’assenza di radicali interventi di ristrutturazione e ri-organizzazione mirata, del blocco del turn-over, della cancellazione di metà dei contratti di lavoro a tempo determinato e dei tagli per le spese delle pubbliche amministrazioni centrali e territoriali.

Le proposte del Pd per la crescita ed il lavoro

Le proposte del Pd si incentrano su misure per la crescita, per il lavoro e per l’equità. Senza sostegno alla crescita, al lavoro, e attenzione all’equità non vi può essere risanamento sostenibile dei conti pubblici.
Gli interventi si concentrano su 4 assi: I) riforme fiscali, per spostare il carico dal lavoro e dall’impresa ai redditi evasi e ai redditi da capitale.
Il baricentro della riforma fiscale è la tassazione di tutti i redditi con un’aliquota di riferimento al 20% a cominciare dalla prima aliquota Irpef, poiché un euro di reddito da lavoro o d’impresa non può essere tassato più di un euro di reddito da capitale o di rendita.
Negli emendamenti alla manovra, intendiamo realizzare i primi passi della riforma.
Per innalzare il tasso di attività femminile, sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, migliorare la competitività delle imprese e qualificare la crescita, proponiamo di:
  • aumentare le detrazioni d’imposta per le donne lavoratrici in nuclei famigliari con figli a carico;
  • introdurre, gradualmente, un contributo annuale di 3000 euro all’anno per ogni figlio fino alla maggiore età, a cominciare dalla fascia 0-3 anni, esteso anche ai lavoratori autonomi e professionisti;
  • eliminare i tetti ed il click day all’utilizzo dei crediti d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo e per gli investimenti nel Mezzogiorno;
  • innalzare la franchigia Irap per le piccole imprese;
  • innalzare i limiti di fatturato e patrimonio per il “forfettone fiscale” e rivedere gli Studi di Settore;
  • re-introdurre la detrazione d’imposta del 55% per le eco-ristrutturazioni e per il risparmio energetico e ripristinare il mercato dei “certificati verdi”;
II) allentamento del Patto di Stabilità Interno per evitare a Regioni, Province e Comuni pesanti tagli agli investimenti, in particolare per la messa a norma degli edifici scolastici e per la green economy, ai servizi sociali, alle politiche di sostegno delle piccole imprese e del lavoro autonomo; III) integrazione delle risorse per la scuola, articolazione degli interventi per il contenimento dei costi nel pubblico impiego, in particolare per i giovani precari, revisione degli interventi sugli enti di ricerca pubblici; riforma del sostegno al reddito per i giovani disoccupati da lavori precari; IV) riavvio delle liberalizzazioni nel settore dell’energia, della distribuzione, dei servi bancari, dei servizi professionali, del trasporto pubblico.
Per coprire gli interventi per la crescita, il lavoro e l’equità, il Pd propone le seguenti misure: 1. “piani industriali” specifici ed interventi per la riorganizzazione e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni:
  • cancellazione delle normative in deroga per gli appalti, in particolare la gestione in deroga per la Protezione Civile;
  • revisione del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina;
  • razionalizzazione delle società pubbliche o partecipate da Stato, Regioni, Province e Comuni;
  • razionalizzazione degli uffici delle amministrazioni centrali sul territorio;
  • centralizzazione degli acquisti;
  • revisioni dei programmi di spesa del Ministero della Difesa ed eliminazione della società Difesa SpA;
  • razionalizzazione sedi universitarie;
  • razionalizzazione corpi di polizia;
  • razionalizzazione dei livelli di governo territoriale;
  • riduzione mirata del numero di dirigenti pubblici;
  • abbassamento dei costi della politica attraverso la riduzione del numero dei parlamentari e la specializzazione delle Camere;
2. il contrasto all’evasione fiscale e contributiva:
  • riduzione a 2.000 euro del limite per la fatturazione elettronica;
  • accertamento sintetico da redditometro potenziato a partire dal 2005;
  • accesso selettivo alle informazioni bancarie;
  • neutralizzazione dei patrimoni condonati dallo “scudo fiscale” ai fini dell’accertamento ed innalzamento dell’aliquota di regolarizzazione;
  • ripristino delle sanzioni per l’evasione accertata come vigenti a maggio 2008;

3. l’allineamento della tassazione dei redditi da capitale (inclusi i redditi da locazione ed esclusi i titoli del debito pubblico) su un’aliquota del 20% e, in coordinamento con la riforma federalista, la destinazione delle imposte sui redditi da capitale immobiliare al finanziamento dei Comuni; l’introduzione e/o innalzamento delle tasse su consumi ed attività produttive ad elevato impatto ambientale;
4. l’asta per l’assegnazione delle frequenze liberate dal digitale terrestre ed il passaggio delle pubbliche amministrazioni all’utilizzo dei software open source.
ALLEGATI

Il Documento PD sulla manovra 2011 - 2012 (Documento PDF)

Manovra_Nota e commento manovra economica correttiva (giugno 2010) versione definitiva101658 (Documento WORD)

In collaborazione con le Guardie Giurate Ecologiche Volontarie
Nel corso dell’ultimo anno a Carpi nei Centri di raccolta (ex Stazioni ecologiche) si sono verificate numerose intrusioni effettuate da persone non autorizzate. Queste intendevano portare via ogni tipo di materiale, creando problemi di ordine pubblico. Numerose le segnalazioni alle forze dell'ordine (e i rischi per l’ambiente, dettati dall’errata gestione e manipolazione dei rifiuti, fra cui soprattutto lo smontaggio dei RAEE, le apparecchiature elettriche ed elettroniche se, come in questi casi, viene svolto in condizioni ambientali non corrette). Per prevenire questi comportamenti e garantire una maggiore sicurezza dei Centri - sia agli operatori che qui lavorano sia ai cittadini che li frequentano - AIMAG, in accordo con l’amministrazione comunale, ha deciso di istituire, a partire da giugno, un servizio di vigilanza (assegnato alla ditta CoopService in via sperimentale) e che riguarderà i Centri di via Watt, via Pezzana e via Lucrezio.

Sempre a partire dal mese di giugno, nelle zone della città dei Pio dove è attiva la raccolta domiciliare dei rifiuti, sarà organizzato poi un secondo servizio di vigilanza, questa volta a cura delle Guardie Giurate Ecologiche Volontarie (GGEV), con le quali nel 2010 l'amministrazione comunale ha stipulato una convenzione che riguarda una serie di attività. Le GGEV, nell'attuazione del servizio, collaboreranno strettamente con AIMAG, che segnalerà le difformità riscontrate nella raccolta domiciliare dei rifiuti (cui seguiranno i controlli) e con il Settore Ambiente del Comune (per l'organizzazione del servizio e la verifica delle attività convenzionate), con il Comando infine della Polizia municipale delle Terre d’argine (per gli aspetti sanzionatori). In caso di violazioni alle modalità di conferimento dei rifiuti, oltre alle sanzioni che potranno essere comminate dalle GGEV, AIMAG è autorizzata a non ritirare il rifiuto nel corso del servizio ordinario, organizzando, se al secondo passaggio questo non sarà ancora conforme all’ordinanza in via di preparazione da parte del Comune, un servizio ad hoc, da fatturare all'utente come servizio straordinario.
mercoledì 9 giugno 2010
L’iniziativa è di Consulta Ambiente e Territorio, Comune e Legambiente
La Consulta Ambiente e Territorio del Comune di Carpi, insieme all’assessorato all’Ambiente dell’ente locale e in collaborazione con Legambiente Terre d’argine e l’associazione Nonsolociripà, ha deciso di concedere un contributo fino ad un massimo di 100 euro a 25 famiglie con bambini sino ai tre anni di età che potranno dimostrare di acquistare e utilizzare pannolini lavabili in sostituzione di quelli usa e getta. Basterà consegnare alla segreteria della Consulta, presso il Municipio di Carpi, la domanda indirizzata a Legambiente Terre d’argine, gli scontrini comprovanti l’acquisto dei pannolini lavabili e una dichiarazione del titolare del negozio dove sono stati acquistati, oltre al certificato di nascita del bambino. Potranno presentare la domanda di contributo anche i genitori in attesa di un figlio.

Nei suoi primi tre anni di vita, ogni bambino viene cambiato circa seimila volte. Per produrre altrettanti pannolini usa e getta si abbattono venti alberi di grandi dimensioni, che alla fine si trasformano in una tonnellata di rifiuti in differenziabili. Il costo dello smaltimento di questa tonnellata di rifiuti (prodotta da un solo bambino) è di circa 200 euro. “Considerando che i bambini nati e residenti a Carpi nel 2009 – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa - sono stati 633, entro il 2011 raggiungeremo i 3,8 milioni di pannolini gettati in soli tre anni, ossia 650 tonnellate di rifiuti non riciclabili, che costituiscono circa il 10% di tutti i rifiuti urbani: questi necessitano di 500 anni per decomporsi o vanno a produrre emissioni tossiche negli inceneritori e costano circa 200 euro a tonnellata per raccolta e smaltimento. Dal punto di vista di un’educazione ambientale a più ampio spettro, la buona pratica del pannolino di stoffa promuove la cultura del riuso e porta a una maggior consapevolezza verso le tematiche ambientali”.

“I rifiuti che costa meno smaltire sono quelli che non si producono, - afferma Mario Poltronieri, Presidente della Consulta Ambiente e Territorio del Comune – e per questo la Consulta ha deciso di finanziare il Progetto pannolini lavabili presentato da Legambiente Terre d’argine”.

“I pannolini usa e getta – spiega invece Chiara Chittoni dell’associazione Nonsolociripà - contengono varie sostanze sintetiche e composti chimici superassorbenti (come l’inquinante TBT e il discusso sodium polyacrilate che disidrata la pelle e la rende facilmente irritabile) e uno strato di plastica che li rende impermeabili. Con i pannolini lavabili, invece, la pelle del bambino è a contatto con tessuti assorbenti e lo strato impermeabile garantisce la traspirazione, evitando il surriscaldamento delle parti intime. Inoltre, eliminando l’innaturale sensazione di asciutto, i lavabili non ritardano l’abbandono del pannolino e il passaggio al vasino”.

“I circa seimila pannolini che vengono usati nei primi tre anni di vita dei nostri bimbi – conclude infine l’assessore all’Ambiente del Comune Simone Tosi, padre di un bimbo di tre anni e di una bimba di poche settimane - ci fanno spendere dai 1500 ai 2000 euro in usa e getta. Con i lavabili invece la spesa varia dai 150 agli 800 euro a seconda del modello scelto. E questi si possono riutilizzare in caso di un nuovo fiocco rosa o azzurro”.

Fonte: carpidiem.it
martedì 1 giugno 2010
Una precisazione dell’assessore comunale all’Ambiente Simone Tosi

fonte: www.carpidiem.it
“In merito agli articoli di stampa usciti in questi giorni e relativi ai cartelli all’ingresso del Parco di via Canalvecchio a Cibeno, va precisato che questi sono stati installati non dalla nostra amministrazione ma dai proprietari del comparto: infatti l’area verde in questione non è ancora nelle disponibilità dell’ente locale e rientra in quelle invece che dovranno essere cedute al Comune a seguito della realizzazione del comparto stesso.Abbiamo segnalato alla proprietà l’anomalia dei cartelli che non corrispondono a quelli che normalmente inseriamo nei parchi, e per questo motivo abbiamo chiesto ad essa che vengano sostituiti con quelli regolamentari, che non prevedono il divieto di accesso per gatti e cani, ma solo limiti per questi ultimi nei casi in cui queste aree verdi si trovino nei pressi di aree gioco riservate ai bambini”.