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Chi sono:
- Simone Tosi
- Nato a gennaio del 1974 a Carpi, diplomato presso l’istituto G. Vallauri, si iscrive a Storia Contemporanea a Bologna. Ha svolto attività ricreative con l’Arciragazzi organizzando campi gioco e soggiorni estivi. Nel 1994 viene nominato segretario della Sinistra Giovanile, incarico che ricopre fino al 1997. Nel 2000 viene nominato responsabile organizzativo dei Ds, tre anni dopo viene eletto Segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, carica che riveste fino alla fine del 2006. In Consiglio comunale ininterrottamente dal 1995 è stato capogruppo (anche nel consiglio delle Terre d'argine. Sposato con Valeria, ha un bambino, Giacomo, di tre anni. Nella Giunta Campedelli: Assessore con delega per le seguenti materie: Pianificazione Urbanistica – Edilizia Privata – Servizi Ambientali ed Energetici.
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venerdì 25 settembre 2009
Schizofrenici
11:25:00 |
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Emergenza ambiente
Una strizzatina d’occhio e una frase che ricorda tanto i dialoghi nelle botteghe di paese: “Non si potrebbe avere un piccolo sconto?”. Deve essere andata più o meno così fra il nostro Silvio Berlusconi e il presidente della commissione Ue Barroso. Peccato che l’oggetto della disputa non fossero né patate, né zucchine, ma la salvaguardia dell’ambiente.
Restìo ad accettare quelle “cose" fastidiose che il resto del mondo chiama regole, il premier ha chiesto in una lettera diretta a Barroso, uno sgravio sulle quote di emissione di anidride carbonica imposte all'Italia. La risposta della portavoce della Commissione Ue, categoria particolarmente invisa al premier, Barbara Hellfrich ribatte in maniera elegante quanto inequivocabile. “I tetti sono stati definiti e adottati dalla Commissione attraverso un processo basato sulla legislazione europea e non sono rinegoziabili”. Il sottinteso è: Silvio mettiti l’anima in pace!
Il piano nazionale di assegnazione delle emissioni di anidride carbonica dell'Italia per il periodo 2008-2012 e' stato approvato da Bruxelles il 15 maggio del 2007. La valutazione degli esperti della Commissione Ue, dopo mesi di negoziato, si e' conclusa con un parere favorevole anche se condizionato ad alcune modifiche, in particolare alla riduzione del quantitativo totale di quote di emissione proposto. L'assegnazione annua autorizzata di quote di emissione e' pari a 195,8 milioni di tonnellate di CO2, il 6,3% in meno di quanto proposto dal governo italiano, che aveva chiesto di potere attribuire all'industria 209 milioni di tonnellate.
Con l’ennesimo strafalcione di fronte all’Unione Europea, il Cavaliere si candida a recordman della politica internazionale. E già perché mentre la portavoce Hellfrich respinge imbarazzata le richieste non proprio ortodosse in materia di clima, dall’altra parte del mondo uno dei ministri più fidati del governo Berlusconi, Franco Frattini applaude, entusiasta e solitario, agli attacchi dell’amico Gheddafi all’Onu. E già, non ci facciamo mancare proprio nulla!
Nel Partito Democratico non mancano le critiche all’operato del premier, a cominciare dal segretario Dario Franceschini che afferma: "Proprio mentre il tema dell`ambiente diventa agli occhi di tutto il mondo una delle chiavi per uscire dalla crisi, il presidente del Consiglio, al di là delle parole, insiste a chiedere sconti nell`impegno italiano per la riduzione delle emissioni di CO2. E` una posizione grave e che mette in ridicolo l`Italia anche davanti agli organismi internazionali. D`altra parte proprio ieri con la finanziaria il governo ha operato altri tagli a danno dell`ambiente e delle grandi possibilità di rilancio dell`economia basate sulle scelte verdi. Sono scomparsi i finanziamenti per l`eco-bonus, ovvero il rimborso del 55 per cento in chi costruiva o ristrutturava puntando al risparmio energetico e all`eco-compatibilità. Questo bonus è stato utilizzato sinora da centinaia di migliaia di famiglie e si è rivelato un grande volano economico. Centinaia di piccole e medie aziende, migliaia di artigiani sono stati il punto di forza di una nascente economia verde che ora il governo rischia di affossare. Del resto non c`è molto da attendersi da un presidente del Consiglio che aveva giudicato l`attenzione all`ambiente in una fase di crisi economica come andare a farsi la permanente quando si ha la polmonite. E` proprio la crisi che deve invece spingerci a fare del risparmio energetico, delle energie alternative, dell`edilizia eco-compatibile i settori per il rilancio. Non serve dire di essere d`accordo con Obama a parole se poi lo si contraddice con scelte che vanno nella direzione opposta".
Sandro Gozi, capogruppo del Pd nella commissione Politiche dell'Unione europea di Montecitorio dice: "E' imbarazzante il tentativo di Berlusconi di rinegoziare sotto banco le quote di CO2 assegnate all'Italia: il presidente del Consiglio italiano non vuole ancora accettare che in Europa ci sono le leggi". "stupefatto dalla notizia, giunta proprio il giorno dopo in cui all'Onu lo stesso Berlusconi ha invocato, dopo Obama, le responsabilità di tutti gli Stati per il futuro del mondo". Ora, conclude il democratico, "c'e' solo da chiedersi se accetterà la precisazione della portavoce della commissione Ue, Barbara Hellfrich, oppure se chiederà' le sue dimissioni".
Visto il polverone, a Montecitorio si corre ai ripari e a poche ore dalla divulgazione dell’imbarazzante notizia arriva la pronta smentita del sottosegretario Bonaiuti: “A Bruxelles è stato purtroppo montato un caso sulle emissioni di anidride carbonica”. Parte lo scarica barile: chi avrà detto la bugia? Poi Bonaiuti si rende conto che dare del bugiardo al presidente della commissione Ue forse è troppo anche per questa maggioranza e rettifica che il governo ha effettivamente inviato una lettera, ma solo per “sottoporre il problema”. Non che l’Italia voglia sottrarsi ai vincoli europei, anzi “è impegnata nella difesa dell’ambiente, ma si tratta di un problema di vitale importanza non solo per lo sviluppo del nostro paese, ma anche per mantenere eque condizioni di concorrenza all'interno dell'Unione Europea''. Per amor di chiarezza proviamo a tradurre le parole del portavoce: la colpa è di Barroso che non ha acconsentito perché non ha compreso il messaggio fra le righe. Il cattivo è Barroso, che avrebbe dovuto leggere nella pacata lettera di Berlusconi la chiara richiesta d’aiuto di un uomo che, suo malgrado, soffre l’autorità… a meno che non si tratti della sua!
Iv.Gia.
Restìo ad accettare quelle “cose" fastidiose che il resto del mondo chiama regole, il premier ha chiesto in una lettera diretta a Barroso, uno sgravio sulle quote di emissione di anidride carbonica imposte all'Italia. La risposta della portavoce della Commissione Ue, categoria particolarmente invisa al premier, Barbara Hellfrich ribatte in maniera elegante quanto inequivocabile. “I tetti sono stati definiti e adottati dalla Commissione attraverso un processo basato sulla legislazione europea e non sono rinegoziabili”. Il sottinteso è: Silvio mettiti l’anima in pace!
Il piano nazionale di assegnazione delle emissioni di anidride carbonica dell'Italia per il periodo 2008-2012 e' stato approvato da Bruxelles il 15 maggio del 2007. La valutazione degli esperti della Commissione Ue, dopo mesi di negoziato, si e' conclusa con un parere favorevole anche se condizionato ad alcune modifiche, in particolare alla riduzione del quantitativo totale di quote di emissione proposto. L'assegnazione annua autorizzata di quote di emissione e' pari a 195,8 milioni di tonnellate di CO2, il 6,3% in meno di quanto proposto dal governo italiano, che aveva chiesto di potere attribuire all'industria 209 milioni di tonnellate.
Con l’ennesimo strafalcione di fronte all’Unione Europea, il Cavaliere si candida a recordman della politica internazionale. E già perché mentre la portavoce Hellfrich respinge imbarazzata le richieste non proprio ortodosse in materia di clima, dall’altra parte del mondo uno dei ministri più fidati del governo Berlusconi, Franco Frattini applaude, entusiasta e solitario, agli attacchi dell’amico Gheddafi all’Onu. E già, non ci facciamo mancare proprio nulla!
Nel Partito Democratico non mancano le critiche all’operato del premier, a cominciare dal segretario Dario Franceschini che afferma: "Proprio mentre il tema dell`ambiente diventa agli occhi di tutto il mondo una delle chiavi per uscire dalla crisi, il presidente del Consiglio, al di là delle parole, insiste a chiedere sconti nell`impegno italiano per la riduzione delle emissioni di CO2. E` una posizione grave e che mette in ridicolo l`Italia anche davanti agli organismi internazionali. D`altra parte proprio ieri con la finanziaria il governo ha operato altri tagli a danno dell`ambiente e delle grandi possibilità di rilancio dell`economia basate sulle scelte verdi. Sono scomparsi i finanziamenti per l`eco-bonus, ovvero il rimborso del 55 per cento in chi costruiva o ristrutturava puntando al risparmio energetico e all`eco-compatibilità. Questo bonus è stato utilizzato sinora da centinaia di migliaia di famiglie e si è rivelato un grande volano economico. Centinaia di piccole e medie aziende, migliaia di artigiani sono stati il punto di forza di una nascente economia verde che ora il governo rischia di affossare. Del resto non c`è molto da attendersi da un presidente del Consiglio che aveva giudicato l`attenzione all`ambiente in una fase di crisi economica come andare a farsi la permanente quando si ha la polmonite. E` proprio la crisi che deve invece spingerci a fare del risparmio energetico, delle energie alternative, dell`edilizia eco-compatibile i settori per il rilancio. Non serve dire di essere d`accordo con Obama a parole se poi lo si contraddice con scelte che vanno nella direzione opposta".
Sandro Gozi, capogruppo del Pd nella commissione Politiche dell'Unione europea di Montecitorio dice: "E' imbarazzante il tentativo di Berlusconi di rinegoziare sotto banco le quote di CO2 assegnate all'Italia: il presidente del Consiglio italiano non vuole ancora accettare che in Europa ci sono le leggi". "stupefatto dalla notizia, giunta proprio il giorno dopo in cui all'Onu lo stesso Berlusconi ha invocato, dopo Obama, le responsabilità di tutti gli Stati per il futuro del mondo". Ora, conclude il democratico, "c'e' solo da chiedersi se accetterà la precisazione della portavoce della commissione Ue, Barbara Hellfrich, oppure se chiederà' le sue dimissioni".
Visto il polverone, a Montecitorio si corre ai ripari e a poche ore dalla divulgazione dell’imbarazzante notizia arriva la pronta smentita del sottosegretario Bonaiuti: “A Bruxelles è stato purtroppo montato un caso sulle emissioni di anidride carbonica”. Parte lo scarica barile: chi avrà detto la bugia? Poi Bonaiuti si rende conto che dare del bugiardo al presidente della commissione Ue forse è troppo anche per questa maggioranza e rettifica che il governo ha effettivamente inviato una lettera, ma solo per “sottoporre il problema”. Non che l’Italia voglia sottrarsi ai vincoli europei, anzi “è impegnata nella difesa dell’ambiente, ma si tratta di un problema di vitale importanza non solo per lo sviluppo del nostro paese, ma anche per mantenere eque condizioni di concorrenza all'interno dell'Unione Europea''. Per amor di chiarezza proviamo a tradurre le parole del portavoce: la colpa è di Barroso che non ha acconsentito perché non ha compreso il messaggio fra le righe. Il cattivo è Barroso, che avrebbe dovuto leggere nella pacata lettera di Berlusconi la chiara richiesta d’aiuto di un uomo che, suo malgrado, soffre l’autorità… a meno che non si tratti della sua!
Iv.Gia.