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Chi sono:
- Simone Tosi
- Nato a gennaio del 1974 a Carpi, diplomato presso l’istituto G. Vallauri, si iscrive a Storia Contemporanea a Bologna. Ha svolto attività ricreative con l’Arciragazzi organizzando campi gioco e soggiorni estivi. Nel 1994 viene nominato segretario della Sinistra Giovanile, incarico che ricopre fino al 1997. Nel 2000 viene nominato responsabile organizzativo dei Ds, tre anni dopo viene eletto Segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, carica che riveste fino alla fine del 2006. In Consiglio comunale ininterrottamente dal 1995 è stato capogruppo (anche nel consiglio delle Terre d'argine. Sposato con Valeria, ha un bambino, Giacomo, di tre anni. Nella Giunta Campedelli: Assessore con delega per le seguenti materie: Pianificazione Urbanistica – Edilizia Privata – Servizi Ambientali ed Energetici.
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lunedì 24 agosto 2009
Chi ha paura del Ramadan?
10:11:00 |
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In giunta oggi discuteremo, oltre a tanti altri punti, l’autorizzazione ad usare la sala della stazione delle autocorriere di Carpi per il periodo del ramadan, come luogo di preghiera.
Su questo tema si è scatenato un dibatto, che io giudico sterile oltre che connotato da forte razzismo. Credo che i sostenitori del no a questa scelta, siano persone che hanno paura, paura per il diverso, per le persone che non si conosco, credo come ho già avuto modo di affermare, che questa paura in realtà sia dovuta a cecità verso il futuro, e di conseguenza non avendo chiaro il sentiero di sentiero di fronte a noi, ci si chiude in una difesa “conservatrice” del passato.
Perché una amministrazione dovrebbe impedire alle persone di ritrovarsi in un a pregare? Mi si dirà che il tema non è il luogo ne la religione ma le preferenze, ovvero il fatto che si favorisce una associazione culturale islamica a discapito di quelle locali….. Peccato però che non si dica che nessuna associazione locale ha chiesto lo stesso spazio per lo stesso periodo…. Quindi dov’è il problema? Io mi sforzo di provare a capire, ma sinceramente non trovo nulla che mi dica, “no caro Simone non bisogna concedere il permesso”.
Le forze politiche che stanno conducendo questa battaglia, legittima ci mancherebbe altro, io credo lo facciano solo per un semplice calcolo politico, per un torna conto di bottega. Così facendo però la nostra comunità si riempirà di tossine difficili da purificare, tossine che a volte colpiscono anche chi è chiamato a difendere valori ed ideali contenuti nella nostra costituzione, come gli articoli che sanciscono la libertà di culto, la libertà di riunioni, o che la legge non deve fare distinzione per razza, colore della pelle, religione professata.
La battaglia per la difesa e il rilancio dei valori fondamentali e fondanti della nostra società, scritti come ho detto nella costituzione, ci deve vedere schierati, uniti ed inflessibili. La sfida che abbiamo di fronte non sarà ne breve ne facile, perché dovrà essere inan’anzitutto una battaglia non solo politica ma culturale e lessicale.
Questa poesia di Bertold Brecht che parla di un periodo buoi, dove la paura e l’odio avevano preso il sopravvento, da l’idea del punto in cui siamo arrivati oggi:
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Su questo tema si è scatenato un dibatto, che io giudico sterile oltre che connotato da forte razzismo. Credo che i sostenitori del no a questa scelta, siano persone che hanno paura, paura per il diverso, per le persone che non si conosco, credo come ho già avuto modo di affermare, che questa paura in realtà sia dovuta a cecità verso il futuro, e di conseguenza non avendo chiaro il sentiero di sentiero di fronte a noi, ci si chiude in una difesa “conservatrice” del passato.
Perché una amministrazione dovrebbe impedire alle persone di ritrovarsi in un a pregare? Mi si dirà che il tema non è il luogo ne la religione ma le preferenze, ovvero il fatto che si favorisce una associazione culturale islamica a discapito di quelle locali….. Peccato però che non si dica che nessuna associazione locale ha chiesto lo stesso spazio per lo stesso periodo…. Quindi dov’è il problema? Io mi sforzo di provare a capire, ma sinceramente non trovo nulla che mi dica, “no caro Simone non bisogna concedere il permesso”.
Le forze politiche che stanno conducendo questa battaglia, legittima ci mancherebbe altro, io credo lo facciano solo per un semplice calcolo politico, per un torna conto di bottega. Così facendo però la nostra comunità si riempirà di tossine difficili da purificare, tossine che a volte colpiscono anche chi è chiamato a difendere valori ed ideali contenuti nella nostra costituzione, come gli articoli che sanciscono la libertà di culto, la libertà di riunioni, o che la legge non deve fare distinzione per razza, colore della pelle, religione professata.
La battaglia per la difesa e il rilancio dei valori fondamentali e fondanti della nostra società, scritti come ho detto nella costituzione, ci deve vedere schierati, uniti ed inflessibili. La sfida che abbiamo di fronte non sarà ne breve ne facile, perché dovrà essere inan’anzitutto una battaglia non solo politica ma culturale e lessicale.
Questa poesia di Bertold Brecht che parla di un periodo buoi, dove la paura e l’odio avevano preso il sopravvento, da l’idea del punto in cui siamo arrivati oggi:
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”