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Chi sono:
- Simone Tosi
- Nato a gennaio del 1974 a Carpi, diplomato presso l’istituto G. Vallauri, si iscrive a Storia Contemporanea a Bologna. Ha svolto attività ricreative con l’Arciragazzi organizzando campi gioco e soggiorni estivi. Nel 1994 viene nominato segretario della Sinistra Giovanile, incarico che ricopre fino al 1997. Nel 2000 viene nominato responsabile organizzativo dei Ds, tre anni dopo viene eletto Segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, carica che riveste fino alla fine del 2006. In Consiglio comunale ininterrottamente dal 1995 è stato capogruppo (anche nel consiglio delle Terre d'argine. Sposato con Valeria, ha un bambino, Giacomo, di tre anni. Nella Giunta Campedelli: Assessore con delega per le seguenti materie: Pianificazione Urbanistica – Edilizia Privata – Servizi Ambientali ed Energetici.
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martedì 13 ottobre 2009
Mi sono ricandidato perché il Pd vada avanti
Se Berlusconi offende Rosy Bindi e le donne italiane è solo un ominicchio. L'intervento di Dario Franceschini alla Convenzione nazionale 2009
“Guardando le facce di tutti voi che siete presenti, mi viene in mente che abbiamo fatto tanta fatica e tanta strada per arrivare fino a qui. Siamo un partito nel suo significato più autentico della parola. Un partito, una parola di cui non vergognarsi perché il suo significato trasmette energia e spirito di appartenenze alla stessa storia”. Così ha introdotto la propria relazione Dario Franceschini, segretario del Pd, alla Convenzione nazionale 2009.
La politica sotto pelle. Ricordando tutte le persone che lo avvicinarono nei giorni della scelta di traghettare il partito dopo le dimissioni di Veltroni, Franceschini ha voluto ribadire che il suo non fu né un sacrificio, né un atto di coraggio. “Fu la cosa migliore che potesse capitare a uno che come me sente la politica sotto la pelle”. Una scelta di onore e orgoglio più grande proprio perché presa in un momento dove tutto sembrava così difficile.
Del resto la vita politica è fatto proprio di momenti di avanzata e momenti di ritirata. Così come, durante le scorse elezioni europee, c'era la necessità di fermare le avanzate della destra e impedire la ritirata del Pd. “Oggi siamo qua perché in quei giorni fu fatto un passo avanti, ovvero di restare uniti quando tutto sembrava girarci contro. E abbiamo fatto bene a non rimandare il congresso e le primarie dando prova di grande maturità collettiva”.
Due garanzie durante il congresso. Due dovranno essere le garanzie che saranno rispettate dal Pd. La prima è che “chiunque sarà il segretario eletto, dal 26 ottobre, avrà il sostegno di tutti. Io farò così e, qualora venissi confermato segretario, le prime persone che chiamerò a lavorare con me saranno proprio Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino”. La seconda garanzia è quella di parlare sempre con un'unica voce anche al di fuori dal Pd. “Il ruolo del Pd è quello di fare opposizione. I nostri non ci capirebbero se il nostro impegno fosse solo concentrato sul congresso. Quindi basta andare sui giornali per strappare titoli che riguardano la nostra litigiosità e non per avanzare proposte e per rispettare il nostro ruolo di opposizione”.
La crisi e la ripresa. “Nei viaggi lungo il Paese ho incontrato un'Italia fatta di disperazione, di drammi e di paure che la Tv non mostra. Il governo occulta la crisi e non adotta nessuna misura per contrastarla. La crisi finirà, dicono, vedete di cavarvela”. Tutto questo alimenta tensioni sociali che vengono cavalcate accendendo o spegnendo i riflettori. Quindi il governo li accende sulla politica fatta da spot a L'Aquila e li spegne quando alcuni precari della scuola salgono sui tetti solo per chiedere di essere ascoltati e che qualcuno si occupi di loro”.
Per Franceschini è giunto il momento di dare alcune gerarchie alle difficoltà che vive il Paese e che il Pd deve affrontare. Al primo posto c'è la povertà assoluta, “quei 3 milioni di persone che non ha di che vestirsi o mangiare”. Quindi ci sono il milione e ottocentomila lavoratori precari che a breve perderanno il loro posto di lavoro senza alcuno ammortizzatore sociale. Al terzo posto i redditi e le pensioni basse che dovranno essere affrontati attraverso misure che garantiscano soglie minime salariali e la defiscalizzazione delle tredicesime. Il settore dove fare il maggiore investimento sarà la Green Economy. Per questo Franceschini ha lanciato due proposte immediatamente applicabili: il taglio completo per tre anni delle tasse per tutte le nuove imprese che investano interamente nella Green Economy e un piano di riqualificazione degli edifici pubblici basato sul risparmio energetico e le energie alternative. Un piano al di fuori del patto di stabilità.
Opposizione e anti-italianità. “È necessaria maggiore chiarezza sul modo di fare opposizione” ha dichiarato il segretario del Pd. “Dobbiamo uscire dal rito dell'anti-berlusconismo che rischia di sfociare in anti-italianità che, come ha dichiarato oggi il premier, 'sputtana il Paese'. Io non so cosa sia anti-berlusconismo ma so cosa ci chiede il nostro popolo: di non fare errori come quello recente dell'assenteismo in Aula e, soprattutto, di fare più opposizione. Ma ribellarsi ai tagli sulla scuola significa essere anti-italiano? Dire che lo scudo fiscale è uno schiaffo per i cittadini onesti significa essere anti-italiano? Dire che le ronde e il reato di immigrazione clandestina sono una vergogna significa essere anti-italiano? Difendere il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale e la libertà di stampa significa essere anti-italiano? Definire ominicchio chi offende Rosy Bindi e le donne italiane significa essere anti-italiano?”
Basta snobismo, salotti e punte di penna di editorialisti. Dobbiamo consegnare alle prossime generazioni tutte le libertà intatte senza che nessuno possa domandare tra 20 anni: “dove era l'opposizione?”.
Non tornare indietro. Il Pd ha vissuto due anni di vittorie e sconfitte. La stessa cosa la vivrà il prossimo segretario ma ora occorre eliminare la malattia innata che vuole che ogni volta ci sia una sconfitta si rimetta in discussione tutto il progetto. Per questo non dobbiamo tornare indietro su alcuni punti essenziali.
“Non si torna indietro sulla scelta del sistema bipolare e di alternanza di governo, unica conquista ottenuta con la collaborazione dei nostri avversari. Di tattica si muore! Senza alcun ritorno di centrismi che alla fine ci costringerebbero altri 35 anni di opposizione”.
“Non si torna indietro sul sistema delle alleanze. Anzi occorre subito sbugiardare il falso federalismo voluto da Bossi e Berlusconi che si scambiano le presidenze di Regione come se giocassero a figurine. Le alleanze si faranno con un patto di lealtà verso gli elettori, luogo per luogo, e non sul collante dato dall'avversario. Quindici sigle da Mastella a Diliberto? No, abbiamo già dato!”.
“Non si torna indietro sulla scelta di un partito aperto. Senza contrapposizioni tra iscritti ed elettori. Valorizzando la militanza, nostro grande patrimonio che garantisce il radicamento vero ma aprendo a tutti coloro che, nel 2009, hanno tanti modi di fare politica. La forza degli elettori è una risorsa di cui non privarsi”.
"Vorrei dire a Massimo D'Alema che i primi a rispettare l'esito delle primarie saranno gli iscritti che continueranno ad amare il partito indipendentemente da chi vince. Alla forza degli iscritti dobbiamo saper aggiungere la forza degli elettori, e i primi a volere questa apertura sono proprio gli iscritti. Se ai 450 mila iscritti che hanno votato nei circoli si aggiungeranno un milione o un milione e mezzo di elettori, allora le primarie daranno più forza al segretario e più forza al Pd. Se io sarò confermato segretario non toglierò al popolo delle primarie il diritto di eleggere il segretario del Pd".
“Non si torna indietro sul fatto che il Pd sia un grande partito in cui sappiano convivere le diversità. Le diversità vanno rispettate senza indossare alcuna gloriosa casacca dei partiti del 900. Vince la sfida della sintesi, il bello del fare politica. Occorrerà votare anche sui temi più scomodi e difficili come quello del testamento biologico dove 'sul se e sul come lasciarsi morire' la scelta sarà sempre della persona, dei suoi familiari e dei medici. Lo Stato resta fuori!”.
Cambiare il Paese. “Il Pd è nato per cambiare il Paese. Una missione collettiva che significa anche condurre battaglie scomode, dicendo anche cose scomode senza fare calcoli sul consenso. Questo significherà investire sul merito per rompere il sistema delle caste andando contro alcuni poteri forti. Per fare questo dovremmo essere credibili, rigorosi e inattaccabili”.
“Mi sono ricandidato perché il Pd vada avanti, con il coraggio di battere le nostalgie che stanno dentro di noi, senza vivere di soli ricordi. Spetta a noi il compito di farlo vincere”.
Andrea Draghetti
Se Berlusconi offende Rosy Bindi e le donne italiane è solo un ominicchio. L'intervento di Dario Franceschini alla Convenzione nazionale 2009
“Guardando le facce di tutti voi che siete presenti, mi viene in mente che abbiamo fatto tanta fatica e tanta strada per arrivare fino a qui. Siamo un partito nel suo significato più autentico della parola. Un partito, una parola di cui non vergognarsi perché il suo significato trasmette energia e spirito di appartenenze alla stessa storia”. Così ha introdotto la propria relazione Dario Franceschini, segretario del Pd, alla Convenzione nazionale 2009.
La politica sotto pelle. Ricordando tutte le persone che lo avvicinarono nei giorni della scelta di traghettare il partito dopo le dimissioni di Veltroni, Franceschini ha voluto ribadire che il suo non fu né un sacrificio, né un atto di coraggio. “Fu la cosa migliore che potesse capitare a uno che come me sente la politica sotto la pelle”. Una scelta di onore e orgoglio più grande proprio perché presa in un momento dove tutto sembrava così difficile.
Del resto la vita politica è fatto proprio di momenti di avanzata e momenti di ritirata. Così come, durante le scorse elezioni europee, c'era la necessità di fermare le avanzate della destra e impedire la ritirata del Pd. “Oggi siamo qua perché in quei giorni fu fatto un passo avanti, ovvero di restare uniti quando tutto sembrava girarci contro. E abbiamo fatto bene a non rimandare il congresso e le primarie dando prova di grande maturità collettiva”.
Due garanzie durante il congresso. Due dovranno essere le garanzie che saranno rispettate dal Pd. La prima è che “chiunque sarà il segretario eletto, dal 26 ottobre, avrà il sostegno di tutti. Io farò così e, qualora venissi confermato segretario, le prime persone che chiamerò a lavorare con me saranno proprio Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino”. La seconda garanzia è quella di parlare sempre con un'unica voce anche al di fuori dal Pd. “Il ruolo del Pd è quello di fare opposizione. I nostri non ci capirebbero se il nostro impegno fosse solo concentrato sul congresso. Quindi basta andare sui giornali per strappare titoli che riguardano la nostra litigiosità e non per avanzare proposte e per rispettare il nostro ruolo di opposizione”.
La crisi e la ripresa. “Nei viaggi lungo il Paese ho incontrato un'Italia fatta di disperazione, di drammi e di paure che la Tv non mostra. Il governo occulta la crisi e non adotta nessuna misura per contrastarla. La crisi finirà, dicono, vedete di cavarvela”. Tutto questo alimenta tensioni sociali che vengono cavalcate accendendo o spegnendo i riflettori. Quindi il governo li accende sulla politica fatta da spot a L'Aquila e li spegne quando alcuni precari della scuola salgono sui tetti solo per chiedere di essere ascoltati e che qualcuno si occupi di loro”.
Per Franceschini è giunto il momento di dare alcune gerarchie alle difficoltà che vive il Paese e che il Pd deve affrontare. Al primo posto c'è la povertà assoluta, “quei 3 milioni di persone che non ha di che vestirsi o mangiare”. Quindi ci sono il milione e ottocentomila lavoratori precari che a breve perderanno il loro posto di lavoro senza alcuno ammortizzatore sociale. Al terzo posto i redditi e le pensioni basse che dovranno essere affrontati attraverso misure che garantiscano soglie minime salariali e la defiscalizzazione delle tredicesime. Il settore dove fare il maggiore investimento sarà la Green Economy. Per questo Franceschini ha lanciato due proposte immediatamente applicabili: il taglio completo per tre anni delle tasse per tutte le nuove imprese che investano interamente nella Green Economy e un piano di riqualificazione degli edifici pubblici basato sul risparmio energetico e le energie alternative. Un piano al di fuori del patto di stabilità.
Opposizione e anti-italianità. “È necessaria maggiore chiarezza sul modo di fare opposizione” ha dichiarato il segretario del Pd. “Dobbiamo uscire dal rito dell'anti-berlusconismo che rischia di sfociare in anti-italianità che, come ha dichiarato oggi il premier, 'sputtana il Paese'. Io non so cosa sia anti-berlusconismo ma so cosa ci chiede il nostro popolo: di non fare errori come quello recente dell'assenteismo in Aula e, soprattutto, di fare più opposizione. Ma ribellarsi ai tagli sulla scuola significa essere anti-italiano? Dire che lo scudo fiscale è uno schiaffo per i cittadini onesti significa essere anti-italiano? Dire che le ronde e il reato di immigrazione clandestina sono una vergogna significa essere anti-italiano? Difendere il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale e la libertà di stampa significa essere anti-italiano? Definire ominicchio chi offende Rosy Bindi e le donne italiane significa essere anti-italiano?”
Basta snobismo, salotti e punte di penna di editorialisti. Dobbiamo consegnare alle prossime generazioni tutte le libertà intatte senza che nessuno possa domandare tra 20 anni: “dove era l'opposizione?”.
Non tornare indietro. Il Pd ha vissuto due anni di vittorie e sconfitte. La stessa cosa la vivrà il prossimo segretario ma ora occorre eliminare la malattia innata che vuole che ogni volta ci sia una sconfitta si rimetta in discussione tutto il progetto. Per questo non dobbiamo tornare indietro su alcuni punti essenziali.
“Non si torna indietro sulla scelta del sistema bipolare e di alternanza di governo, unica conquista ottenuta con la collaborazione dei nostri avversari. Di tattica si muore! Senza alcun ritorno di centrismi che alla fine ci costringerebbero altri 35 anni di opposizione”.
“Non si torna indietro sul sistema delle alleanze. Anzi occorre subito sbugiardare il falso federalismo voluto da Bossi e Berlusconi che si scambiano le presidenze di Regione come se giocassero a figurine. Le alleanze si faranno con un patto di lealtà verso gli elettori, luogo per luogo, e non sul collante dato dall'avversario. Quindici sigle da Mastella a Diliberto? No, abbiamo già dato!”.
“Non si torna indietro sulla scelta di un partito aperto. Senza contrapposizioni tra iscritti ed elettori. Valorizzando la militanza, nostro grande patrimonio che garantisce il radicamento vero ma aprendo a tutti coloro che, nel 2009, hanno tanti modi di fare politica. La forza degli elettori è una risorsa di cui non privarsi”.
"Vorrei dire a Massimo D'Alema che i primi a rispettare l'esito delle primarie saranno gli iscritti che continueranno ad amare il partito indipendentemente da chi vince. Alla forza degli iscritti dobbiamo saper aggiungere la forza degli elettori, e i primi a volere questa apertura sono proprio gli iscritti. Se ai 450 mila iscritti che hanno votato nei circoli si aggiungeranno un milione o un milione e mezzo di elettori, allora le primarie daranno più forza al segretario e più forza al Pd. Se io sarò confermato segretario non toglierò al popolo delle primarie il diritto di eleggere il segretario del Pd".
“Non si torna indietro sul fatto che il Pd sia un grande partito in cui sappiano convivere le diversità. Le diversità vanno rispettate senza indossare alcuna gloriosa casacca dei partiti del 900. Vince la sfida della sintesi, il bello del fare politica. Occorrerà votare anche sui temi più scomodi e difficili come quello del testamento biologico dove 'sul se e sul come lasciarsi morire' la scelta sarà sempre della persona, dei suoi familiari e dei medici. Lo Stato resta fuori!”.
Cambiare il Paese. “Il Pd è nato per cambiare il Paese. Una missione collettiva che significa anche condurre battaglie scomode, dicendo anche cose scomode senza fare calcoli sul consenso. Questo significherà investire sul merito per rompere il sistema delle caste andando contro alcuni poteri forti. Per fare questo dovremmo essere credibili, rigorosi e inattaccabili”.
“Mi sono ricandidato perché il Pd vada avanti, con il coraggio di battere le nostalgie che stanno dentro di noi, senza vivere di soli ricordi. Spetta a noi il compito di farlo vincere”.
Andrea Draghetti